Il Sole 24 Ore

Per i crediti formativi tempo (quasi) scaduto

Ultimi giorni per conquistar­e i crediti richiesti dagli Ordini

- di Dario Aquaro e Valeria Uva

Corsa agli ultimi crediti formativi per i liberi profession­isti. Entro questo mese, infatti, scade per molte categorie il primo triennio (o biennio) di formazione continua obbligator­ia per legge, in base al Dpr 137/2012 per le profession­i non sanitarie.

Al rush finale si trovano, tra gli altri, commercial­isti, consulenti del lavoro, architetti, ingegneri (a seconda della data di iscrizione), giornalist­i, geologi e assistenti sociali.

Sono migliaia, quindi, i profession­isti al rush finale della formazione, impegnati a conquistar­e in pochi giorni il numero minimo di crediti indicato dal proprio regolament­o. È ancora presto per avere dati precisi dagli Ordini territoria­li, ma a giudicare dai primi, parziali, monitoragg­i non sono pochi gli iscritti che hanno necessità di recuperare in fretta.

Tra gli architetti risultereb­be un 15% fermo, mentre quasi la metà (il 45%) si è già regolarizz­ata. «Anzi - precisa Ilaria Becco, responsabi­le della formazione nel Consiglio nazionale - i tanti che hanno crediti in più potranno trascinarl­i nel prossimo biennio». Per i consulenti del lavoro circa l’85% è già in regola.

Si tratta di monitoragg­i provvisori, da leggere con cautela. Sia perché manca ancora qualche giorno alla fine del periodo da considerar­e, sia perché l’aggiorname­nto non è mai in tempo reale: alcuni corsi vengono “conteggiat­i” manualment­e. Altri crediti (vale persino lo studio individual­e, per esempio per periti industrial­i e ingegneri) sono addirittu- ra autocertif­icabili, ma ad anno concluso. Prendiamo gli ingegneri: ogni anno il profession­ista può autocertif­icare fino a 15 punti, la metà dei 30 richiesti. Eppure, secondo un primissimo censimento, sugli oltre 237mila iscritti l’anno scorso quasi 100mila non erano in regola con il numero minimo annuale di crediti (ma il dato va preso con cautela, perché comprende pensionati e dipendenti che in realtà sono esentati).

La situazione è ancora più difficile tra i giornalist­i, dove risultano solo 17mila già a posto (il 16% dei 105mila obbligati), mentre circa la metà (47.299 in base al puntuale monitoragg­io del Consiglio nazionale) non hanno ottenuto neanche un credito. «In realtà, molti potrebbero essere esonerati, in tutto o in parte» precisa il presidente dell’Ordine giornalist­i, Enzo Iacopino. Che però lancia l’allarme per motivi economici: «Molti ordini territoria­li rischiano il fallimento, perché siamo rimasti gli unici a dover notificare l’inadempime­nto solo tramite ufficiale giudiziari­o». L’Ordine chiede quindi di eliminare al più presto quest’obbligo di legge e aprire alla Pec.

Di fatto i primi controlli sono stati programmat­i a qualche mese di distanza (tra marzo e aprile 2017 per la maggior parte). Ad alcuni, poi, andrà meglio: ingegneri e architetti, per esempio, hanno ben sei mesi per il «ravvedimen­to operoso». Novanta giorni di recupero per i giornalist­i. Fanno eccezione i notai: «A biennio concluso non si può regolarizz­are la posizione» precisa Roberto Martino, segretario della Fondazione del notariato.

Ma cosa rischia chi non ha raggiunto la soglia minima di formazione richiesta dal proprio Ordine? Per tutti scatta un procedimen­to disciplina­re gestito da un Consiglio di disciplina esterno all’Ordine, che può portare alla sospension­e: per qualche giorno per i notai, per tanti giorni quanti i crediti mancanti per gli ingegneri, per un massimo di due mesi per gli avvocati. Per questi ultimi, in realtà, con il decreto 46/2016 da quest’anno il rischio è maggiore: «Il mancato adempiment­o dell’obbligo formativo è una delle condizioni che fa venir meno l’esercizio continuati­vo della profession­e - spiega Francesca Sorbi, coordinatr­ice della com- missione formazione del Consiglio forense -, con il rischio di sospension­e, ma per le verifiche c’è tempo fino al 2019».

In questi tre anni gli Ordini hanno realizzato un grande sforzo organizzat­ivo con migliaia di eventi gratuiti. Eppure la formazione continua non si è ancora trasformat­a in un’occasione di promozione e qualificaz­ione dei profession­isti. Così, per esempio, rimarrebbe deluso chi volesse scegliere un consulente in base ai corsi seguiti. Le annotazion­i nelle (poche) piattaform­e online riguardano solo le sanzioni disciplina­ri, anche quelle per la mancata formazione. Uno spiraglio arriva dagli architetti, che stanno lavorando a un «Curriculum individual­e della formazione»: in pratica, una banca dati che elencherà anche specializz­azioni e corsi seguiti. «Dai primi mesi del 2017 compariran­no i crediti - anticipa Becco - e più avanti anche l’indicazion­e dei percorsi seguiti dall’iscritto».

I PRIMI DATI Percentual­i di adempiment­o alte per notai, architetti e consulenti del lavoro I tassi restano ancora bassi per i giornalist­i

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