Dai collegi sul territorio già partiti i primi solleciti
pSul territorio, tra gli Ordini chiamati a gestire l’aggiornamento professionale, un tema prevale su tutti: il nodo dell’estensione dell’obbligo a quanti erano esonerati negli anni precedenti. «Un aspetto che ha creato qualche difficoltà, perché i soggetti obbligati ora comprendono anche gli over 65 o chi non esercita l’attività» commenta il presidente dei commercialisti di Milano, Alessandro Solidoro. «Tuttavia - continua -, anche se i numeri non possono dirsi ancora definitivi, a poche settimane dal termine del 31 dicembre ci risultano tassi di i nadempimento inferiori al 10%». D’altra parte, «se per i più anziani può esser più complicato, l’obbligo è ormai metabolizzato e gli Ordini si mantengono attivi», spiega Chiara Battistoni, responsabile formazione degli ingegneri di Milano.
Le azioni per sollecitare e “pungolare” i professionisti sono state numerose e nelle ultime settimane più intense per i tanti collegi con traguardo formativo a fine 2016. Agli architetti di Bologna, dove circa il 10% non risulta ancora in regola, sono state trasmesse comunicazioni costanti e, dal 2015, anche avvisi personali. «Gli ultimi invii dedicati sono partiti a novembre» racconta il presidente Pier Giorgio Giannelli. Mentre a Milano, tra gli avvocati – dove già ora circa il 70% ha maturato i crediti triennali o è prossimo a farlo – le circolari si sono rese più frequenti a partire dal luglio scorso.
Tutti gli Ordini hanno investito particolarmente sul versante dell’offerta formativa. Tra gli ingegneri di Roma, per esempio, nel 2015 gli eventi sono cresciuti del 21 per cento. Dall’Ordine dei consulenti del lavoro di Napoli è stata proposta anche un’attività di “formazione a domicilio”, rivolta agli iscritti delle isole come Capri o Ischia. «Il 70% dei nostri iscritti può dirsi già formato» osserva il presidente Edmondo Duraccio. Anche gli architetti di Milano si dicono tranquilli: circa metà degli obbligati ha raggiunto da tempo la quota necessaria, ma gran parte si presume concluderà l’iter entro l’anno, senza contare che resta possibile regolarizzare la posizione nel semestre di ravvedimento operoso (si veda l’articolo in alto).
Altri capitoli sensibili riguardano i controlli e la pubbli- cità della formazione. Tra gli avvocati di Firenze l’80% risulta oggi formato, «ma resta una fascia che non svolge la formazione e magari non ha neanche la Pec» dice il presidente dell’Ordine Sergio Paparo. «Il controllo va innanzitutto eseguito sull’effettivo esercizio della professione, perché avviare un procedimento disciplinare, visti i numeri, bloccherebbe l’attività dei consigli di disciplina». Quanto alla pubblicità, ci sono collegi (architetti di Bologna) che studiano come rendere visibili all’esterno i percorsi formativi e altri che rendono già noto l’adempimento. «Per ogni iscritto indichiamo sull’albo online l’assolvimento o meno degli obblighi formativi» spiega Antonia Coppola, consigliere dell’Ordine dei commercialisti di Roma delegata alla formazione. Qui oltre il 90% risulta già in regola.
Problemi più seri, invece, lamenta il Collegio dei geometri di Bari, dove molti dei “nuovi” soggetti non si sono attivati. Secondo il segretario Giovanni Dimola «si stima che entro il range sia solo il 40% degli iscritti». Ma per loro il trienno scadrà a dicembre 2017.