Jacuzzi apre una divisione contract
È la nuova «frontiera» per la controllata italiana che serve l’area Emea
pU na nuova divisione «ad hoc», a Milano, dedicata al mondo del contract, per intercettare architetti, designer e professionisti offrendo un luogo di progettazione, consulenza e assistenza.
«Il contract rappresenta la nuova frontiera del business legato al benessere», spiega infatti Andrea Da Re, che insieme a Massimiliano Nicolini guiderà la nuova Unit voluta dal presidente di Jacuzzi Europe, Fabio Felisi. Il business del benessere, del resto, continua a crescere e in particolare sul fronte del turismo legato al wellness che, solo in Italia, vale oltre 2 mi- liardi di euro e, a livello globale, è previsto in crescita del 9,9% entro il 2017. Ma le potenzialità del contract, oltre all’hospitality e alle Spa, riguardano anche il settore residenziale-privato, precisa Da Re: «Il canale del contract e il segmento delle mini-piscine sono gli elementi su cui stiamo puntando con maggiore decisione e che in questi anni ci hanno permesso di compensare il calo delle vendite sul fronte delle vasche», dice.
Pur essendo noto soprattutto per i prodotti «premium», il gruppo Jacuzzi (500 milioni di dollari di fatturato, mille dipendenti e cinque stabilimenti nel mondo, di cui uno in Friuli con 200 addetti) si rivolge anche alla fascia media del mercato, che con la crisi ha sofferto parecchio. Il 2016, tuttavia, ha registrato una buona ripresa delle vendite: «Non possiamo ancora fornire i dati ufficiali, ma abbiamo avviato numerosi nuovi progetti, legati a nuovi sviluppi ma anche alle ristrutturazioni, che rappresentano un settore sempre più importante».
Nata nel 1960 nella città d’origine della famiglia fondatrice del gruppo americano, Jacuzzi Europe è la controllata che serve Europa, Asia, Africa e Australia. L’80% dei ricavi è realizzato proprio tra Europa e Asia e il gruppo, già presente in 150 Paesi con 200 showroom/monomarca, sta investendo in particolare per consolidarsi in Cina, Estremo e Medio Oriente, e Africa.
«Con la nuova divisione contract ci allineiamo in qualche modo a quello che la casa madre statunitense fa da sempre, visto che negli Usa il contract è molto diffuso», conclude Da Re.