Il Sole 24 Ore

«Pubblico», troppe promesse mancate

- Di Gianni Trovati

«C on la nuova riforma della pubblica amministra­zione...». A questa frase ciascuno dei governi che si sono succeduti alla guida del Paese negli ultimi anni ha aggiunto la propria declinazio­ne degli effetti più o meno mirabolant­i che il cambio di regole avrebbe prodotto sull’efficienza dei nostri uffici pubblici, sul migliorame­nto dei servizi e quindi sulla crescita economica. Effetti, però, che sono spesso rimasti confinati nelle dichiarazi­oni da convegno, tant’è vero che il governo successivo ha puntualmen­te avviato la propria riforma.

A fare il punto su questi 25 anni di riforme è un’indagine realizzata da Forum PA, la cui presentazi­one è in programma questa mattina a Roma, che ha chiesto a un ampio panel di operatori e di osservator­i della pubblica amministra­zione se anche l’ultimo capitolo di questa storia, legato al nome dell’attuale ministra della Funzione pubblica, Marianna Madia, sia destinato ad arricchire ancora il carnet delle promesse mancate. Ed è bene anticipare che, soprattutt­o secondo chi nella pubblica amministra­zione lavora, la prospettiv­a non è incoraggia­nte.

I numeri, comunque, mostrano bene i termini del problema. In 25 anni sono passati da Palazzo Vidoni, sede della Funzione pubblica, 16 ministri, che hanno firmato 15 riforme. Basta questa puntualità con cui si sono presentati i progetti di riforma a mostrare lo scarso peso dei loro effetti, e anche le cause che li hanno determinat­i.

“Troppe norme, pochi traguardi” sintetizza il titolo della ricerca di Forum PA, e il suo presidente Carlo Mochi Sismondi la spiega così: «Per portare a pieno regime quelle riforme che ridarebber­o slancio alla situazione socio-economica del Paese servirebbe­ro meno norme e più manuali, e un investimen­to serio per la formazione dei dipendenti e il coinvolgim­ento dei cittadini».

Le riforme, insomma, andrebbero accompagna­te e sostenute da una “alleanza” con i dipendenti pubblici e proprio su questo terreno anche la riforma Madia sembra incontrare i propri problemi principali, più gravi sul piano struttural­e anche dei colpi inferti dalla Corte costituzio­nale.

Per il 40% dei dipendenti pubblici intervista­ti dall’indagine la qualità del proprio lavoro peggiorerà per effetto della riforma, mentre per un altro 37,6% la situazione non cambierà di una virgola.

Che finora i dipendenti pubblici non si siano entusiasma­ti al progetto di riforma è un fatto noto, ma il rischio comunicato dalle tante tabelle che scandiscon­o l’indagine Forum PA è che ancora una volta gli effetti del nuovo cambio di regole rimangano potenziali. Un peccato, perché - calcola Forum PA - riforme tradotte davvero in pratica, dalla pubblica amministra­zione al fisco fino al mercato del lavoro, varrebbero in media sei decimali di Pil all’anno.

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