Decreti pronti per il «sì» definitivo
pAdeguare alle unioni l’ordinamento dello stato civile, le norme di diritto internazionale privato e i precetti penali. Sono queste le finalità dei tre decreti legislativi attuativi della legge 76/2016. Il 7 dicembre i testi sono stati trasmessi dal ministero della Giustizia a Palazzo Chigi per il sì finale, che renderà pienamente operativa la legge 76.
Finora è stato possibile celebrare le unioni civili grazie al decreto-ponte approvato prima dell’estate. L’atto parlamentare 344 integra stabilmente il Dpr 396/2000 sullo stato civile, estendendo alle unioni le regole dettate per il matrimonio su formalità, iscrizioni e annotazioni. Viene introdotto poi un titolo dedicato alle modalità di richiesta e costituzione dell’unione.
L’atto 345 modifica le norme di diritto internazionale privato (legge 218/95) prevedendo l’applicazione della disciplina dell’unione civile italiana alle coppie gay che abbiano contratto all’estero matrimonio, unione civile o altro istituto analogo, armonizzando le tutele per chi abbia costituito l’unione nel nostro Paese con quelle previste per chi si sia unito all’estero.
L’atto 346, infine, interviene sul Codice penale equiparando la parte dell’unione al «prossimo congiunto», quando è previsto come elemento costitutivo o aggravante di diversi reati o con riferimento ai motivi di astensione del giudice e ai diritti della persona offesa. Estesa ai partner dell’unione anche la causa di non punibilità per chi commetta un reato patrimoniale (come il furto) a danno del familiare. Ma in Parlamento è stata evidenziata la disparità con i coniugi, dato che il beneficio per le coppie gay è subordinato alla «coabitazione».