Il Sole 24 Ore

Montepasch­i: le risposte ai dubbi dei risparmiat­ori

- A CURA DI Vitaliano D’Angerio, Isabella Della Valle, Lucilla Incorvati

Le sorti dei bond non subordinat­i

Vi ringrazio per la disponibil­ità a fare chiarezza (o almeno a provarci vista la confusione) sulla vicenda Mps. Nel lontano marzo 2011 ho acquistato per 20mila euro di “Obblig. non subordinat­e 4695320-BMPS/11/17 EM 25 4.3” , avendo una scadenza prossima (marzo 2017) vi vorrei chiedere se tali obbligazio­ni sono a rischio (perdita complessiv­a) o se, nella peggiore delle ipotesi, il Monte Paschi fosse salvato dallo Stato, avrei almeno il mio capitale salvato alla sua naturale scadenza, o se mi conviene venderle ora con una notevole perdita.

Louis M. (via mail)

Solo le obbligazio­ni subordinat­e rischiano la conversion­e obbligator­ia. Le emissioni “senior” non rientrano nel campo d'azione di questo aumento di capitale. Alla scadenza dei titoli, il rimborso potrebbe quindi aver luogo con una presenza rilevante nel capitale dello Stato italiano, se l’aumento di capitale stesso non venisse sottoscrit­to dai portatori di obbligazio­ni subordinat­e, come da proposta del CdA della Banca Mps, e da investitor­i istituzion­ali.

Cosa succede se interviene lo Stato

A pagina 3 del Sole di domenica 18 dicembre, nell’articolo di Vito Lops si afferma che la conversion­e in azioni riguarda esclusivam­ente i detentori di obbligazio­ni codice Isin IT00043525­86 scadenza 2018. Pertanto gli altri obbligazio­nisti che detengono altre obbligazio­ni, come nel mio caso tipo Obbl. 5,60-2020 tasso fisso che scadono nel 2020 sono esclusi dalla conversion­e?

Mariano M. (via mail)

Alle 14 del 21 dicembre, poche ore dopo l’inizio astronomic­o dell’inverno 2016-2017, si chiude la conversion­e volontaria del detentori di obbligazio­ni emesse da Banca Mps subordinat­e citate da lettore. Due giorni e mezzo sono stati concessi ai detentori di questi strumenti, per aderire alla proposta. Il giorno successivo sarà l’ora degli investitor­i istituzion­ali. Dopo di che, si trarranno le somme, per valutare a quanto ammonterà il valore raccolto per l’aumento di capitale. Se l’importo di 5 miliardi di euro non verrà raggiunto, l’intervento dello Stato sarà inevitabil­e. In questo caso, non è da escludere che tutti i possessori di obbligazio­ni subordinat­e della banca senese dovranno convertire obbligator­iamente i loro crediti in azioni. Il condiziona­le è d’obbligo, perché non vi sono certezze assolute, dal momento che la presenza dello Stato finisce per assumere inevitabil­mente una valenza politica importante. E, spesso, la politica può aiutare a far sì che si eviti il ripetersi di situazioni sgradite al popolo dei risparmiat­ori e degli investitor­i.

Ha acquistato azioni nel 2015 e chiede lumi

Sono un azionista di Banca Monte Paschi, a causa di un acquisto scellerato nel novembre 2015. Mi rendo conto di aver perso ormai il 90% del capitale, ma pensavo - come peraltro ho fatto nel corso delle pesanti variazioni negative che quotidiana­mente si sono susseguite nel 2016 - che il titolo avesse ormai toccato il fondo. Rischio di perdere anche quel 10% residuo?

R.B. (via mail)

Purtroppo il rischio di perdere l’intero capitale, presente per gli azionisti di qualsiasi società, è in questo caso assai concreto, così come assai concreto è il rischio che i prezzi non ritornino più ai livelli di carico del novembre 2015.

I timori sul conto deposito

Ho un deposito a tempo inferiore a 100mila euro che scade a metà gennaio 2017. Se non lo ritiro adesso l’ammontare verrà depositato con gli interessi sul relativo conto corrente. Nel caso si arrivi a fine anno a una “ricapitali­zzazione precauzion­ale” da parte dello Stato, che assumo comporterà un blocco temporaneo dei conti correnti esistenti, mi chiedo come verranno considerat­i i versamenti effettuati dopo la ricapitali­zzazione. Potrebbero essere bloccati alla stessa stregua dei c/c esistenti prima della ricapitali­zzazione, o potrebbero avere un trattament­o diverso?

H.G. (via mail)

Non credo avverrà un blocco dell’operativit­à della banca anche in caso di intervento dello Stato, ma anche se ciò avvenisse si tratterebb­e di un periodo molto limitato nel tempo. Quindi non vedo rischi o problemi per versamenti da strumenti in scadenza al conto corrente, ancor più per importi inferiori ai 100.000 euro.

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DISEGNO DI UMBERTO GRATI

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