Montepaschi: le risposte ai dubbi dei risparmiatori
Le sorti dei bond non subordinati
Vi ringrazio per la disponibilità a fare chiarezza (o almeno a provarci vista la confusione) sulla vicenda Mps. Nel lontano marzo 2011 ho acquistato per 20mila euro di “Obblig. non subordinate 4695320-BMPS/11/17 EM 25 4.3” , avendo una scadenza prossima (marzo 2017) vi vorrei chiedere se tali obbligazioni sono a rischio (perdita complessiva) o se, nella peggiore delle ipotesi, il Monte Paschi fosse salvato dallo Stato, avrei almeno il mio capitale salvato alla sua naturale scadenza, o se mi conviene venderle ora con una notevole perdita.
Louis M. (via mail)
Solo le obbligazioni subordinate rischiano la conversione obbligatoria. Le emissioni “senior” non rientrano nel campo d'azione di questo aumento di capitale. Alla scadenza dei titoli, il rimborso potrebbe quindi aver luogo con una presenza rilevante nel capitale dello Stato italiano, se l’aumento di capitale stesso non venisse sottoscritto dai portatori di obbligazioni subordinate, come da proposta del CdA della Banca Mps, e da investitori istituzionali.
Cosa succede se interviene lo Stato
A pagina 3 del Sole di domenica 18 dicembre, nell’articolo di Vito Lops si afferma che la conversione in azioni riguarda esclusivamente i detentori di obbligazioni codice Isin IT0004352586 scadenza 2018. Pertanto gli altri obbligazionisti che detengono altre obbligazioni, come nel mio caso tipo Obbl. 5,60-2020 tasso fisso che scadono nel 2020 sono esclusi dalla conversione?
Mariano M. (via mail)
Alle 14 del 21 dicembre, poche ore dopo l’inizio astronomico dell’inverno 2016-2017, si chiude la conversione volontaria del detentori di obbligazioni emesse da Banca Mps subordinate citate da lettore. Due giorni e mezzo sono stati concessi ai detentori di questi strumenti, per aderire alla proposta. Il giorno successivo sarà l’ora degli investitori istituzionali. Dopo di che, si trarranno le somme, per valutare a quanto ammonterà il valore raccolto per l’aumento di capitale. Se l’importo di 5 miliardi di euro non verrà raggiunto, l’intervento dello Stato sarà inevitabile. In questo caso, non è da escludere che tutti i possessori di obbligazioni subordinate della banca senese dovranno convertire obbligatoriamente i loro crediti in azioni. Il condizionale è d’obbligo, perché non vi sono certezze assolute, dal momento che la presenza dello Stato finisce per assumere inevitabilmente una valenza politica importante. E, spesso, la politica può aiutare a far sì che si eviti il ripetersi di situazioni sgradite al popolo dei risparmiatori e degli investitori.
Ha acquistato azioni nel 2015 e chiede lumi
Sono un azionista di Banca Monte Paschi, a causa di un acquisto scellerato nel novembre 2015. Mi rendo conto di aver perso ormai il 90% del capitale, ma pensavo - come peraltro ho fatto nel corso delle pesanti variazioni negative che quotidianamente si sono susseguite nel 2016 - che il titolo avesse ormai toccato il fondo. Rischio di perdere anche quel 10% residuo?
R.B. (via mail)
Purtroppo il rischio di perdere l’intero capitale, presente per gli azionisti di qualsiasi società, è in questo caso assai concreto, così come assai concreto è il rischio che i prezzi non ritornino più ai livelli di carico del novembre 2015.
I timori sul conto deposito
Ho un deposito a tempo inferiore a 100mila euro che scade a metà gennaio 2017. Se non lo ritiro adesso l’ammontare verrà depositato con gli interessi sul relativo conto corrente. Nel caso si arrivi a fine anno a una “ricapitalizzazione precauzionale” da parte dello Stato, che assumo comporterà un blocco temporaneo dei conti correnti esistenti, mi chiedo come verranno considerati i versamenti effettuati dopo la ricapitalizzazione. Potrebbero essere bloccati alla stessa stregua dei c/c esistenti prima della ricapitalizzazione, o potrebbero avere un trattamento diverso?
H.G. (via mail)
Non credo avverrà un blocco dell’operatività della banca anche in caso di intervento dello Stato, ma anche se ciò avvenisse si tratterebbe di un periodo molto limitato nel tempo. Quindi non vedo rischi o problemi per versamenti da strumenti in scadenza al conto corrente, ancor più per importi inferiori ai 100.000 euro.