La moda è orfana di Franca Sozzani
L’ultimo riconoscimento in ordine di tempo, Franca Sozzani l’aveva ricevuto il 5 dicembre a Londra, in occasione dei British Fashion Awards, i più importanti premi europei del settore. La motivazione? Essere stata motore di «positive change» nel suo mon- do, quello della moda, e fuori dai suoi confini. Franca Sozzani, scomparsa ieri dopo un anno di malattia, avrebbe compiuto 67 anni a gennaio.
Ma nessuno l’avrebbe mai definita in età pensionabile. Dal 1988 direttore di Vogue Italia, la più patinata e prestigiosa rivista di moda italiana, divideva solo con Anna Wintour, direttore di Vogue America, un tale primato di longevità alla guida di un mensile fashion. Dal 2006 era anche direttore di Vogue Uomo e dal 2015 era responsabile di tutte le riviste a marchio Vogue, fiore all’occhiello della filiale italiana di Condè Nast, colos- so americano dell’editoria.
Proprio dagli Stati Uniti sono arrivate le prime parole di cordoglio: Anna Wintour – sulla cui rivalità con Franca Sozzani si è favoleggiato per anni – ha affidato a internet un ricordo quasi letterario, in pieno stile da British obituary. «Franca era la più instancabile lavoratrice che io abbia mai conosciuto e con un’invidiabile facilità di multitasking. Faceva sembrare ogni cosa facile, che si trattasse di un evento con centinaia di invitati, di un viaggio in Africa per sostenere gli stilisti emergenti dei molti Paesi che visitava da anni o della creazione dell’ennesimo numero di Vo- gue Italia in grado di fare notizia, provocare, a volte lasciare senza parole».
Il riferimento è ai numeri del mensile dedicati al razzismo, alla discriminazione contro le donne, alla violenza domestica, alla lotta all’Aids, tutti realizzati con il contributo di grandi fotografi e articoli di scrittori e intellettuali.
La moda è considerata spesso affare per pochi o tema frivolo, magari per sole donne. Persino in Italia, dove il sistema rappresenta la seconda industria per valore economico e contributo al Pil (per non parlare degli effetti positivi sull’immagine del nostro Paese all’estero). Franca Sozzani è riuscita a usare la più “modacentrica” delle riviste italiane per parlare alla società tutta. E forse persino per cambiarla.
Moltissime le reazioni alla scomparsa di Franca Sozzani, che in settembre il figlio Francesco, classe 1982, aveva presentato al mondo con un documentario ( Franca: Chaos and Creation) proiettato alla Mostra del cinema di Venezia. Magistrali le parole di Giorgio Armani: «Nessuno come Franca Sozzani ha saputo immaginare una realtà diversa e raccontarla attraverso un esercizio quotidiano di gusto e fantasia. Ha dato al suo destino la forma che ha voluto e che non lasciava nessuno indifferente. Mi mancherà non cercare più la sua presenza nel buio delle sfilate».