Il Sole 24 Ore

Restano in bilico le altre norme per il settore

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In forse fino all’ultimo le misure sulle i mposte differite (Dta), Bcc comprese, e sulla tanto attesa ipotesi di allungare i termini per la trasformaz­ioni in Spa delle banche popolari che ancora non hanno proceduto con l’assemblea. E in forse anche la norma per consentire ratei quinquenna­li alle banche che dovranno rimpinguar­e il Fondo di risoluzion­e.

Nel testo entrato ieri in Consiglio dei ministri, una riunione iniziata poco prima della mezzanotte, erano previste anche queste misure, attese peraltro dal mondo bancario già in fase di esame delle legge di Bilancio 2017. Solo il testo che approderà oggi in Gazzetta ufficiale, salvo ripensamen­ti dell’ultima ora, dirà se queste misure sono arrivate o meno. Se così non fosse si deciderà probabilme­nte in un secondo momento, se e come intervenir­e sul tema delle deferred tax asset, per consentire di far valere sull’esercizio 2016 il canone pagato a luglio ma riferito al 2015. Si tratta di uno sgravio fiscale che dovrebbe essere riconfigur­ato con un’attenzione anche per la banche di credito cooperativ­o.

E lo stesso vale per i termini di applicazio­ne della riforma delle banche popolari. Come si ricorderà il Consiglio di Stato in un’ordinanza di qualche settimana fa ha rinviato alla Consulta la legge. I giudici amministra­tivi hanno anche accolto l’istanza cautelare monocratic­a presentata dalla banca Popolare di Sondrio nella quale si chiedeva anche la sospension­e del termine del 27 dicembre per la trasformaz­ione in spa. A questo punto Bari e Sondrio potrebbero non tenere le assemblee entro fine anno. Di qui l’attesa di una possibile misura di proroga del termine in questione.

Tornando alle Dta, la norma messa a punto già durante l’esame alla Camera del Dl fiscale punta a ripristina­re una parità di trattament­o tra le banche di credito cooperativ­o e casse rurali e gli altri soggetti del settore bancario. Mentre le banche diverse dalle Bcc possono utilizzare le cosiddette Dta (imposte anticipate sulle svalutazio­ni dei crediti effettuate fino al 2015) senza limitazion­i e con possibilit­à di trasformar­le in ogni caso in crediti di imposta, le Bcc subiscono invece limitazion­i alla conversion­e e in particolar­e in presenza di perdita fiscale.

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