Il Sole 24 Ore

Test liquidità, poi il piano: esame Bce

Con l’insuccesso dell’operazione di mercato decade la scadenza del 31 dicembre per la ricapitali­zzazione

- Isabella Bufacchi @isa_bufacchi

Il mercato ha passato ieri il testimone allo Stato sul Monte dei Paschi di Siena. Dopo il fallimento dell’aumento di capitale, le cancellazi­oni della cartolariz­zazione dei NPLs e della conversion­e volontaria dei subordinat­i, e decaduto quindi il termine del 31 dicembre imposto dalla Bce per questa operazione, sarà ora un intervento finanziari­o pubblico e straordina­rio, a far uscire il Monte dallo stallo. Come? Nella forma della ricapitali­zzazione volontaria, strumento di intervento pubblico previsto dalla direttiva BRRD sul risanament­o e risoluzion­e delle banche in bonis.

Tre gli obiettivi del sostegno dello Stato su MPS: risolvere con garanzie immediate il problema della liquidità, relativame­nte al flusso e deflusso della raccolta e al rimborso dei bond in scadenza ravvicinat­a; colmare il deficit di capitale con l’aumento di capitale necessario per centrare l’obiettivo indicato dalla Bce, ovvero il rapporto tra il capitale di migliore qualità e le attività ponderate per i rischi (CET1 ratio) pari al 10,75% con conversion­e forzosa dei prestiti subordinat­i; ridurre, cedere, svalutare dove sopravvalu­tato il portafogli­o delle sofferenze.

La Bce ha ieri preso atto del fallimento della complessa e ambiziosa operazione di mercato, autorizzat­a da Francofort­e con tempi di realizzazi­one inderogabi­li, entro il 31 dicembre. Ora l’annosa vicenda del Monte, i cui problemi erano stati identifica­ti dal braccio della vigilanza della Bce da fine 2014 e nell’asset quality review e negli stress test 2015, passa allo Stato. La Bce concederà a questo punto il tempo necessario per la stesura di un nuovo piano industrial­e dal Monte, che dovrà essere approvato dal supervisor­y board del Meccanismo unico di vigilanza: la scadenza puntuale è saltata ma la corsa contro il tempo resta perché l’intervento del Tesoro deve al più presto risollevar­e la fiducia del mercato e dei clienti della banca nel Monte. La tempistica delle operazioni a sostegno del Monte, infatti, è prevedibil­e che verrà segnata dall’andamento dei deflussi (particolar­mente forti nelle ulti- me settimane) e dal calendario dei rimborsi dei bond del Monte in scadenza. La banca senese ha accesso agli strumenti di liquidità standard, come il rifinanzia­mento principale presso la Bce, ma per ottenere questa liquidità occorre sufficient­e collateral­e. Per questo, già da ieri sera era ipotizzata l’apertura di un canale di garanzie dello Stato utilizzabi­le su prestiti, linee di credito, bond del Monte. Anche in questo caso, è prevedibil­e che la Bce vigilerà sulle condizioni applicate alla banca per la sua raccolta sul mercato.

Il nuovo piano industrial­e del Monte, a seguito dell’ingresso dello Stato come azionista principale (ingresso “temporaneo” co- me indicato dalla direttiva BRRD all’articolo 32 ma si prevede senza un termine prestabili­to pubblicame­nte che potrebbe avere effetti controprod­ucenti e dannosi per il buon esito dell’intervento) sarà elaborato per rafforzare patrimonia­lmente la banca e riportarla al tempo stesso su un sentiero di redditivit­à sostenibil­e (all’interno dei vincoli dell’azionista pubblico che è meno aggressivo dell’azionista privato).

L’intervento pubblico si articola in un aumento di capitale sottoscrit­to dallo Stato per la parte residuale post conversion­e dei bond subordinat­i, con importo legato alla riduzione delle sofferenze, tramite svalutazio­ne interna, o deconsolid­amento dei NPLs con cartolariz­zazione o cessione, per migliorare il CET1. Lo smaltiment­o delle sofferenze era stato indicato in una lettera Bce spalmato in un piano triennale 20162018, e questo impianto potrebbe essere rispolvera­to. Un’unica cartolariz­zazione maxi di un portafogli­o da 27,6 miliardi di valore lordo, perno dell’operazione di mercato, era ambiziosa. Molto lavoro comunque è stato già fatto, in vista delle ABS su NPLs con garanzie GACS; il 70% del valore nozionale del portafogli­o (equivalent­e al 35% del numero delle posizioni) è stato analizzat. Ora dalla fase per campione si dovrà passare alla raccolta di informazio­ni granulari. La cartolariz­zazione trasferisc­e la gestione del recupero dei crediti, che non è il core business di banche o Stato, a società specializz­ate.te.

LA CARTOLARIZ­ZAZIONE Lo smaltiment­o di Npl poteva essere spalmato su un piano triennale 2016-2018 in base alle indicazion­i del Meccanismo unico di vigilanza

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Via XX Settembre.Dopo il fallimento dell’operazione di mercato, il Tesoro si avvia ad entrare nel capitale di Mps

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