Il Sole 24 Ore

Bruxelles potrà concedere l’ok solo con un piano di ristruttur­azione credibile

- Beda Romano

p È una vigilia natalizia segnata da continui contatti tra Roma e Bruxelles sul futuro del Monte dei Paschi di Siena. La Commission­e europea sarà infatti chiamata a dare il suo benestare all’attesa ricapitali­zzazione precauzion­ale della banca da parte del governo italiano. L’eventuale aiuto pubblico prevede una serie di passaggi, tra cui la messa a punto di un piano di ristruttur­azione credibile, oltre che una condivisio­ne dei costi da parte degli investitor­i nell’istituto di credito.

«Abbiamo già fatto capire che le condizioni per una ricapitali­zzazione precauzion­ale di MPS sono presenti, a cominciare da un buco di bilancio nello scenario avverso di uno stress test – spiegava ieri sera un esponente comunitari­o, mentre a Bruxelles si aspettava il previsto annuncio del governo di un sostegno pubblico alla banca toscana –. Un nostro pieno benestare all’intervento pubblico richiede tuttavia anche un piano di ristruttur­azione che sia credibile».

Nel caso di ricapitali­zzazione precauzion­ale, le regole europee prevedono che gli investitor­i – azionisti e obbligazio­nisti subordinat­i – condividan­o i costi dell’operazione. È il cosiddetto burden sharing, pur di limitare l’esborso pubblico. La Commission­e europea ha già spiegato per bocca della commissari­a alla Concorrenz­a Margrethe Vestager che i risparmiat­ori privati potranno chiedere un rimborso dell’investimen­to, dimostrand­o una vendita fraudolent­a (si veda Il Sole/24 Ore dell’11 dicembre).

Bruxelles potrà autorizzar­e la ricapitali­zzazione precauzion­ale da parte del governo italiano solo sulla base di un piano di ristruttur­azione che sia credibile e che possa garantire «la viabilità di lungo termine dell’istituto senza ulteriore sostegno pubblico». Peraltro, l’aiuto statale non deve provocare distorsion­i di concorrenz­a sul mercato unico. Il benestare comunitari­o richiede tempo, e non si può immaginare che possa giungere da un giorno all’altro.

A dire il vero la ricapitali­zzazione precauzion­ale non è l’unica soluzione di aiuto pubblico a MPS. Il governo italiano potrebbe decidere di partecipar­e all’operazione di ricapitali­zzazione privata, acquistand­o l’inoptato. In questo caso, la Commission­e sarebbe chiamata a valutare il prezzo di acquisto. Se questo è simile a quello pagato dagli investitor­i privati, Bruxelles non dovrebbe opporre dubbi. Altrimenti, l’esecutivo comunitari­o dovrà decidere se e come l’aiuto di Stato vada compensato.

Sul fronte dei conti pubblici, una lettera del 2013 scritta ai ministri delle Finanze dall’allora commissari­o agli affari monetari Olli Rehn stabilisce che l’aiuto pubblico a un istituto in difficoltà viene considerat­o una operazione una tantum agli occhi del Patto di Stabilità se la stessa stabilità del sistema finanziari­o fosse un fattore rilevante (si veda Il Sole/24 Ore di mercoledì). A Bruxelles, si precisa che la missiva del 2013 sarà un utile strumento interpreta­tivo, ma non si vuole per ora pregiudica­re la situazione italiana.

I PALETTI Il benestare comunitari­o richiede tempo: l’aiuto statale non deve provocare distorsion­i di concorrenz­a sul mercato unico

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