Carige, dopo il nuovo piano decisioni con Bce sul capitale
Trascinato anche dalla situazione di Mps, ieri il titolo di Carige ha chiuso a piazza Affari segnando -5,13% e arrivando a 0,33 euro. Ma i vertici della banca genovese, Guido Bastianini (ad) e Giuseppe Tesauro (presidente), che ieri si sono riuniti in un cda, convocato per deliberare su questioni tecniche e fare il punto sull’anno che si sta chiudendo, sembrano guardare con distacco a quanto sta avvenendo in Montepaschi. Si concentrano, invece, sugli obiettivi che la Bce ha chiesto loro di raggiungere. A partire dalla consegna, all’organismo di vigilanza, del piano industriale entro il 28 febbraio(data posticipata rispetto a quella inizialmente chiesta da Francoforte: il 31 gennaio).
Solo dopo la redazione di quel documento potrà essere più chiaro se l’istituto genovese andrà verso un nuovo aumento di capitale e, nel caso fosse quella strada scelta, in quali tempi. I contenuti del piano, peraltro, dipenderanno anche dalla maggiore o minore riuscita della cessione dei non performing loans. La due diligence sugli Npl, fa sapere la banca, va avanti. L’obiettivo è di cederne la massima quantità possibile mettendo a disposizione un prima tranche che potrà arrivare anche a 1,4 miliardi (Carige nel precedente piano industriale aveva previsto di cedere 1,8 miliardi entro il 2017).
Nel corso del cda di si è parlato, a quanto risulta, anche del decreto legge per l’intervento pubblico sulle banche. Ma l’atteggiamento dell’istituto ligure, su questo argomento, è di attesa. «Guardiamo la cosa con serenità e prendiamo atto di quel che dice lo Stato» è il leitmotiv che sembra guidare Bastianini. Anche perché la Bce, al momento, ha chiesto a Carige di rafforzarsi ma non ha imposto alcun aumento di capitale. E non lo farà almeno fino alla presentazione del piano, a febbraio.
Nel frattempo, e questo è quanto si augurano i vertici dell’istituto, potrebbero essere arrivati sviluppi positivi per gli Npl. Anche in base ai risultati delle cessioni, d’altro canto, si potrà calibrare il piano industriale e si vedrà non solo se sarà necessario un aumento di capitale, ma anche quale entità dovrà eventualmente avere, e in quale tempi potrà essere fatto.
Al momento, il cda ritiene che la banca abbia parametri in linea con quelli richiesti da Francoforte, registrando, al 30 settembre 2016, «un livello di Cet1 ratio del 12,3%» (a fronte dell’11,25% minimo richiesto) e un « total capital ratio pari al 14,2%», (a fronte del 12,5 minimo richiesto). Inoltre il coefficiente minimo di copertura della liquidità richiesto da Bce è pari al 90% e Carige «ha conseguito un ratio del 137%».
In tema di liquidità, spiegano alla banca, nel corso del 2016 Carige ha rimborsato 2 miliardi di obbligazioni (420 milioni di subordinati; 1,2 miliardi di covered bond e 400 milioni della clientela retail). Durante il cda si è preso atto, infine, della chiusura dell’operazione di fusione di Carige Italia in Carige e si è parlato del rilancio della rete commerciale, con una riorganizzazione delle filiali e del marketing.