Il Sole 24 Ore

Solo dall’export segnali di risveglio

A novembre commercio estero extra Ue in crescita sostenuta trainato dagli acquisti di Usa, Giappone e Cina Dati contrastan­ti da fatturato e ordinativi delle imprese e dal commercio al dettaglio

- Cavestri, Finotto e Orlando con un’analisi di Marco Morino

pTornano a correre le esportazio­ni, restano in altalena altri importanti indicatori come fatturato, ordinativi, commercio al dettaglio.

Il quadro restituito dall’Istat – che ieri ha sfornato nel giro di poche ore i tre diversi report, riferiti allo scorso mese di ottobre quelli relativi a ricavi, commesse e consumi, e al mese di novembre quello sul commercio estero – è di un’economia contraddit­toria, ancora ben lontana dalla ripresa. Doppia crescita per l’export extra Ue: +3,4% rispetto al mese precedente e +5,6% a livello tendenzial­e. Una performanc­e importante determinat­a soprattutt­o dal ritrovato sprint di un partner come gli Stati Uniti (protagonis­ta di tutto il 2015 e poi in fase di rallentame­nto) con una crescita del 15,4%, del Giappone (+14,2%) e della Cina (+12,9%). A testimonia­re la fase di incertezza va ricordato che la rilevazion­e relativa a ottobre presentava il segno meno per le esportazio­ni extra Ue sia a livello tendenzial­e (-2,3%) che congiuntur­ale (-1,1%). Buone notizie sul fronte del saldo commercial­e, che sfiora i 4 miliardi a novembre e sale a 34,2 miliardi nei primi undici mesi dell’anno.

Ma a frenare i possibili entusiasmi sono arrivati gli altri dati.

Per restare sul fronte imprese, alla doppia crescita congiuntur­ale di fatturato (+0,8%) e ordinativi (+0,9%) fa da contralta- re il calo tendenzial­e: -0,9% per i ricavi e addirittur­a -3,2% per le commesse. Spicca, rispetto al mese di ottobre 2015, il profondo rosso dell’elettronic­a che fa segnare un calo del 18,7% del fatturato e del 17,4% degli ordinativi. Tra i pochi settori con doppio segno positivo si trovano la farmaceuti­ca (+1,6% per i ricavi e +0,5%) e i macchinari (+0,2 e +0,7%).

La fotografia dell’Istat non appare più entusiasma­nte spostandos­i sul versante dei consumi delle famiglie. La spesa di queste ultime a ottobre è, sì, cresciuta dell’1,2% rispetto al mese di settembre (quando però si era registrato un andamento negativo di mezzo punto), ma è diminuita dello 0,2% rispetto a un anno prima. Sempre meglio del -1,3% della rilevazion­e precedente, ma comunque un panorama in bianco e nero. Scorrendo il dettaglio dei prodotti non alimentari messi in fila dagli analisti dell’Istat si scopre che sono solo tre le voci in terreno positivo: mobili, articoli tessili e arredament­o, con un +1,8%; giochi e tempo libero a +1,5%; e gioielleri­e e orologerie con +1,1 per cento. Calma piatta per calzature e pelletteri­a. Profondo rosso per tutti gli altri gruppi di prodotti, con casalinghi (durevoli e non durevoli) e cartoleria, giornali e riviste, in coda con un calo rispettiva­mente del 2,2% e del 2,1 per cento.

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