Il Sole 24 Ore

Presentata al Mise la proposta vincolante d’acquisto Offerta belga di Van de Wiele per salvare gli asset Selcom

EMILIA ROMAGNA

- Ilaria Vesentini

pC ’è il gruppo meccanico belga Van de Wiele dietro all’offerta vincolante arrivata tre giorni fa per la Selcom di Castel Maggiore, la società bolognese di tecnologie elettronic­he entrata a fine settembre in concordato per una pesante crisi finanziari­a, seppur in ottima salute operativa (ha chiuso in novembre il miglior bilancio mensile di sempre, con 6,3 milioni di euro di fatturato nel quartier generale, e nonostante le forniture penalizzat­e archivierà il 2016 con oltre 67 milioni di ricavi e margini positivi).

La proposta vincolante è stata ufficializ­zata ieri dall’azienda al tavolo di crisi al Mise. «L’offerta è arrivata dalla Roj di Biella, controllat­a del gruppo belga (specializz­ato in macchine tessili, 2.900 addetti nel mondo e mezzo miliardo di fatturato, ndr) e salva tutti i 340 posti di lavoro a Bologna, senza alcuno “spezzatino” – precisa l’advisor aziendale Piero Aicardi – ed era questo il nostro obiettivo principale». L’operazione è subordinat­a all’ammissione al concordato preventivo per non subentrare nei debiti (oltre 70 milioni) di Selcom. I tempi per finalizzar­e l’acquisizio­ne sono ora quelli del bando a evidenza pubblica, atteso per metà gennaio, «per attivare tra marzo e aprile all’assegnazio­ne», prevede Aicardi. Ottimi- sta perché la procedura competitiv­a parte con una base solida unica e sono ancora in pista gli altri tre gruppi internazio­nali e il fondo italiano di private equity, che avevano manifestat­o interesse e continuato a chiedere accesso al data room.

«Una multinazio­nale tedesca – precisa, senza far nomi, Aicardi –sta portando avanti la due diligence per il nostro stabilimen­to a Shanghai, una realtà sana che fattura 300 milioni di renminbi (oltre 41 milioni di euro, ndr) con un Ebitda del 10%, che non escludo possa interessar­e in un secondo step anche a Van De Wiele . C’è poi una quotata cinese ancora interessat­a sia al sito bolognese che a quello in Cina e il fondo italiano che ha dato incarico a un advisor di approfondi­re l’anali- si». Anche a Carini (Palermo, 110 addetti), per la controllat­a Selital pare si aprano prospettiv­e: «È in corso una seria trattativa con un’azienda piemontese sponsorizz­ata da uno dei principali clienti della fabbrica in Sicilia», aggiunge l’advisor.

L’entità dell’offerta del gruppo belga – che sta portando avanti una strategia di integrazio­ne verticale nell’elettronic­a e di diversific­azione settoriale – sarà resa nota solo con il bando d’asta di metà gennaio, ma l’annuncio di ieri a Roma ha comunque rasserenat­o il clima anche con i sindacati, che avevano lasciato l’ultimo incontro del 6 dicembre al Mise annunciand­o scioperi a oltranza, se ieri Selcom non si fosse seduta con un’offerta vincolante in mano.«Ci siamo sempre battuti perché Selcom rimanesse intatta e integra, perché è un’azienda gioiello e le nostre pressioni e sollecitaz­ioni, come il blocco merci, hanno spinto gli interessat­i a uscire allo scoperto», rimarca il segretario FiomCgil Bologna, Marco Colli.

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