Bolognafiere, sì dei soci all’aumento di capitale
p «Più che una pax natalizia è una tregua, ma gli azionisti hanno avuto responsabilità e dato priorità all’esigenza aziendale di portare a casa il rinnovo fino al 2030 del contratto con FederUnacoma per Eima», è il commento del presidente di BolognaFiere, Franco Boni, all’uscita dell’assemblea dei azionisti. Che ieri hanno approvato l’aumento di capitale da 20 milioni di euro e il piano di investimenti da 94 milioni per il restyling e l’ampliamento del quartiere, conditio sine qua non per trattenere a Bologna il salone internazionale delle macchine agricole (che negli spazi attuali non ci sta più e rischiava il trasloco a Rho).
Il nuovo contratto fieristico con gli industriali della meccanica agricola sarà firmato a inizio gennaio, suggello benaugurale per il 2017. In primavera è invece in agenda il via al revamping dell’infrastruttura, ma con un altro scoglio da superare: Palazzo degli Affari, l’edificio di proprietà della Camera di commercio che dovrebbe essere conferito alla fiera per farne un nuovo padiglione, ma sulla cui valutazione non si trova la quadra. Questione dirimente per mantenere gli equilibri tra soci pubblici (che hanno il 46% del capitale) e privati: i 19 milioni di euro da perizia camerale si scontrano con i 10 scarsi di stima fieristica. Si aspetta il verdetto del perito del Tribunale. Altro ostacolo sul percorso di rilancio, verso il traguardo di un’unica holding fieristica regionale, su cui sta lavorando Kpmg, è la revisione dello statuto di Bologna in senso privatistico. «La golden share riconosciuta ai soci pubblici non si tocca, la fiera è un bene comune», affermano i lavoratori riunitisi in via Michelino per “presidiare” l’assemblea degli azionisti.