Rischio «doppione» tra Its e lauree professionalizzanti
pNel rapporto, spesso tormentato, tra scuola e mondo lavoro si sta per aggiungere un altro link: in pieno passaggio di consegne al nuovo esecutivo Gentiloni, l’ex ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ha infatti firmato un decreto che, dal 2017-2018, autorizza gli atenei a sperimentare le lauree triennali professionalizzanti.
Un provvedimento varato in fretta e furia, senza un preventivo raccordo con le imprese e non tenendo conto, neppure, dell’esistenza degli Its, le super scuole di tecnologia post diploma alternative all’università e partecipate dalle aziende (che, peraltro, a causa della caduta repentina dell’esecutivo Renzi hanno visto sparire nel nulla sia il raddoppio dei fondi sia l’annunciato piano di semplificazione amministrativa).
In questo quadro, il previsto avvio delle lauree professionalizzanti rischia, concretamente, di spiazzare tutti, famiglie e operatori economici, portando a una sovrapposizione tra i due canali, a tutto discapito, proprio, degli Its (una realtà ormai rodata, e che sta funzionando, con oltre l’80% di inserimenti occupazionali di giovani al conseguimento del diploma biennale).
Il tema è delicato, e l’auspicio è che diventi subito una priorità per la neo titolare del Miur, Valeria Fedeli. Il perché è presto detto: tranne casi di eccellenza, come i politecnici di Milano e Torino, la Luic, la Luiss, gli atenei di Bolzano, Udine e Siena, che già da tempo collaborano con le imprese, a livello nazionale manca una strategia complessiva di rilancio dell’offerta terziaria professionalizzante, e centralizzando “il pallino” nelle mani delle università, come fa il decreto ministeriale appena firmato, si finisce per creare confusione. Come dimostrano le prime azioni sul campo degli atenei che stanno contattando le aziende che partecipano agli Its locali, creando inutili tensioni e, in prospettiva, “doppioni” dell’offerta didattica, a intero svantaggio dei ragazzi.
«Le lauree professionalizzanti sono un tema importante e va approfondito bene - spiega il vice presidente di Confindustria per il Capitale umano, Giovanni Brugnoli -. Per questo, non servono blitz, ma l’apertura di un tavolo di confronto».
BRUGNOLI «Il tema è importante. Non servono blitz ma un tavolo di confronto. Bisogna stare attenti a non disorientare famiglie e studenti»
Il punto è non cannibalizzare gli Its, ed evitare una contrapposizione tra canali terziari di istruzione, offrendo percorsi formativi già coperti dall’attuale programmazione.
«Quello che non va fatto - aggiunge Brugnoli - è disorientare famiglie e studenti. Per questo è necessario collegare i percorsi didattici con il fabbisogno concreto delle imprese. Senza una forte cabina di regia (al Miur è stata cancellata, dall’ex ministro Maria Chiara Carrozza, la dg Istruzione tecnica, ndr) il rischio è che si vanifichino i passi avanti fatti finora, tornando a una situazione in cui l’offerta accademica prende una direzione, e le esigenze della manifattura sono invece tutt’altre».