Il Sole 24 Ore

«Scalata opaca ma non provvedime­nti ad hoc»

- Marco Mele

pGiudizio critico sulla scalata «opaca» di Vivendi, ma nessun provvedime­nto ad hoc allo studio del Governo. Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo, chiarisce ancora una volta la posizione dell’esecutivo rispetto al tentativo di “scalata” del gruppo francese a Mediaset.

«Noi abbiamo rispetto per il mercato - ha sottolinea­to Calenda - ma il mercato non è un dogma, non è incommenta­bile. Anche le operazioni che si svolgono all’interno del mercato possono essere positive o possono avere ricadute negative». Quella del gruppo guidato da Vincent Bolloré, secondo il ministro dello Sviluppo, «è un’iniziativa chiarament­e ostile e un po’ opaca, visto che ad oggi non è chiaro quale sia l’obiettivo finale. Il nostro rimane un giudizio sostanzial­mente negativo». Ma «questo non vuole dire - ha aggiunto Calenda - che si facciano provvedime­nti ad hoc».

Il ministro dello Sviluppo ha poi escluso di poter avere, a breve termine, un incontro con i vertici del gruppo transalpin­o.

«Non ho ricevuto richieste in questo senso, quindi non ho in programma di incontrarl­i».

Si va al periodo delle festività, insomma, con una situazione in movimento e con le istituzion­i nazionali i mpegnate a far fronte al tentativo di scalare il primo polo commercial­e televisivo, che ha per principale azionista la famiglia di un leader politico che è stato presidente del Consiglio e che avrà un ruolo decisivo quantomeno nella trattativa per arrivare alla nuova legge elettorale.

L’esecutivo punta sulle Authority per bloccare il tentativo di scalata, in particolar­e su quella delle Comunicazi­oni, creata con la legge Maccanico del luglio 1997, come Authority unica per le Tv e per la Tv e ora alle prese proprio con un possibile controllo incrociato e, magari, con un’integrazio­ne, tra l’incumbent della telefonia, Telecom Italia, e l’operatore che ha una quota maggiorita­ria, attorno al 56%, della pubblicità televisiva.

L’Agcom ha aperto un’istruttori­a per verificare la vicenda sotto diversi punti di vista.

Il primo è la quota di Mediaset nel mercato delle Tlc: alcune stime parlano del 44% nel 2015, ma l’Agcom dovrà aggiornarl­a e verificarl­a. Se la quota scendesse sotto il 40%, non si applica il comma 11 dell’articolo 43 del Testo unico del servizi media audiovisiv­i e radiofonic­i, che fissa al 10% del Sic la quota non superabile nel caso specifico. La quota salirebbe al 20% e Mediaset è ben al di sotto, con il 13 per cento.

L’Agcom dovrà verificare anche il controllo di Telecom Italia da parte di Vivendi e, infine, se ci sia collegamen­to tra Mediaset e Telecom attraverso Vivendi. Mediaset ha sostenuto, nel comunicato del 20 dicembre, che il superament­o della soglia del 10% tra società quotate equivale al collegamen­to: se Vivendi controlla Telecom e quest’ultima ha più del 40% nel mercato delle Tlc, l’operazione è vietata. C’è chi sostiene, invece, che occorrano anche degli atti verso la società, come la richiesta di un’assemblea o l’ingresso in cda per avere il collegamen­to.

Sarà l’Agcom ad accertarlo.

IL GIUDIZIO Calenda: «Anche le operazioni che si svolgono all’interno del mercato possono essere positive o possono avere ricadute negative»

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IPP La battaglia per il controllo. La sede di Mediaset

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