Energia e consumi, fondi per il Sud
I piani dovranno puntare a maggiori risparmi e riciclaggio dei rifiuti
p Imprese del Sud a caccia di incentivi per ridurre i consumi energetici. Sono in arrivo dal ministero dello
Sviluppo economico 100 milioni di euro per programmi di sviluppo per la tutela ambientale.
I programmi consistono in iniziative imprenditoriali finalizzate alla salvaguardia dell’ambiente, a ridurre i consumi energetici e le emissioni di gas climalteranti. Sono esclusi i progetti di ricerca, sviluppo e innovazione.
Le regole sono disciplinate da un decreto del Mise firmato dal ministro il 7 dicembre 2016 e attualmente i n corso di registrazione presso la Corte dei conti, quindi non ancora pubblicato in Gazzetta ufficiale.
Le risorse, a valere sull’Asse IV del Programma operativo nazionale “Imprese e competitività” 2014-2020 Fesr Azione 4.2.1, sono destinate alle imprese di qualsiasi dimensione ubicate nelle cosiddette regioni “Convergenza” ( Basilicata, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia).
Le imprese devono appartenere a settori cosiddetti “energivori” quali: estrazione di minerali, produzione di grassi vegetali e animali, settore delle bevande, lavorazione del legno, fabbricazione di coke e di prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio, prodotti chimici, industria del vetro, cemento, calcestruzzo, calce e gesso, industria metallurgica, fabbricazione di mobili, fornitura di energia elettrica e gas, fornitura di acqua, attività di gestione rifiuti.
Possono accedere agli incentivi anche le aziende classificate come “a forte consumo di energia” ai sensi del Dm 5 aprile 2013 e rientrare nell’elenco delle imprese energivore istituito presso la Cassa per i servizi energetici e ambientali.
Protagonisti sono l’impresa proponente, che promuove l’iniziativa i mprenditoriale ed è responsabile della coerenza tecnica ed economica del programma e le imprese aderenti che realizzano progetti di investimento nell’ambito del suddetto programma di sviluppo.
I programmi ammissibili alle agevolazioni devono essere volti: 1 a innalzare il livello di tutela ambientale risultante dalle attività dell’impresa oltre le norme dell’Ue, indipendentemente dall’esistenza di norme nazionali obbligatorie più rigorose rispetto a quelle dell’Unione; 1 a innalzare il livello di tutela ambientale risultante dalle attività dell’impresa in assenza di norme dell’Unione europea; 1 a consentire l’adeguamento anticipato a nuove norme dell’Unione europea che innalzano il livello di tutela ambientale e non sono ancora in vigore; 1 a ottenere una maggiore ef- ficienza energetica; 1 a realizzare un impianto di cogenerazione ad alto rendimento; 1 al riciclaggio e il riutilizzo dei rifiuti.
Le spese devono riferirsi all’acquisto e costruzione di immobilizzazioni (suolo aziendale, opere murarie, impianti e attrezzature nuovi, software) nella misura necessaria alla finalità del progetto. Sono finanziati i costi di i nvestimento supplementari necessari per realizzare il progetto di investimento per la tutela ambientale presentato dall’impresa. La percentuale di contributo varia a seconda della dimensione dell’impresa, le Pmi godono di maggiori incentivi. Le domande di agevolazione si presentano direttamente all’agen zia nazionale per l’attrazione degli investimenti – Invitalia Spa, a decorrere dal sessantesimo giorno successivo alla pubblicazione del decreto in Gazzetta ufficiale.
La domanda va presentata esclusivamente con le modalità indicate sul sito internet di Invitalia (www.invitalia.it); sul medesimo sito saranno pubblicati il modulo di domanda. Le domanda di finanziamento agevolato viene valutata da Invitalia entro 120 giorni dalla presentazione, anche mediante una fase di negoziazione con l’impresa. Non vi sono limiti temporali, ad avvenuto esaurimento delle risorse disponibili il Ministero ne darà comunicazione con avviso pubblicato in Gazzetta ufficiale chiudendo lo sportello per la presentazione delle domande.
IL QUADRO La percentuale di contributo varia a seconda della dimensione dell’impresa: le Pmi godono di maggiori incentivi