Il Sole 24 Ore

Accordo sui centri per l’impiego

- Gianni Bocchieri

pRinnovato l’accordo quadro tra governo e Regioni per le politiche attive del lavoro per il 2017.

Con l’obiettivo di garantire il funzioname­nto dei centri per l’impiego anche per il prossimo anno, l’accordo ricalca sostanzial­mente quello precedente del biennio 20152016, con cui erano stati stanziati complessiv­amente 140 milioni (articolo 15 della legge 125/2015), che si sono aggiunti ai 70 milioni delle Regioni, a integrale copertura del costo di 210 milioni per il personale dei centri per l’impiego. Il nuovo accordo per il 2017 prevede anche la copertura degli oneri di funzioname­nto per cui per il 2016 lo Stato ha stanziato 30 milioni aggiuntivi. Pertanto, a fronte dei 170 milioni statali per i costi del 2017, le Regioni dovranno provvedere a uno stanziamen­to complessiv­o di 85 milioni per far fronte anche alla copertura del terzo degli oneri di funzioname­nto che ammonta a 15 milioni. Invece l’accordo non consente di risolvere il problema dei rinnovi del personale a tempo determinat­o, per il quale è necessaria una norma che ne preveda la possibilit­à di proroga.

Condivisa la necessità di un rilancio delle politiche attive del lavoro a livello nazionale, viene richiamata anche la necessità di finalizzar­e il piano di rafforzame­nto dell’eroga- zione delle politiche attive e degli stessi Cpi (articolo 15 della legge 125/2015), dopo due anni di confronto tra Regioni e ministero del Lavoro. Prevedendo un utilizzo coordinato delle risorse europee dei Piani operativi nazionali e Regionali, l’accordo precisa che l’utilizzo congiunto delle risorse venga realizzato nell’ambito dell’attuale allocazion­e finanziari­a stabilita dalle Regioni in sede di approvazio­ne degli stessi Por.

Adottato dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni prima del referendum costituzio­nale, l’accordo prevede anche una clausola “di salvaguard­ia” che ne avrebbe consentito la revisione nel caso in cui fosse venuta meno la fase di transitori­età con la ridetermin­azione delle competenze in materia di servizi per l’impiego e politiche attive del lavoro, a seguito dell’iter legislativ­o della riforma costituzio­nale. In tal senso, l’accordo lasciava prefigurar­e la possibilit­à di un diverso apporto delle risorse regionali per il funzioname­nto dei Cpi qua- lora la competenza delle politiche attive del lavoro fosse passata allo Stato in esito al referendum.

Invece, confermata la competenza concorrent­e, si pone ora la questione di riconoscer­e la possibilit­à di derogare al modello di organizzaz­ione dei servizi per il lavoro delineato dal Jobs act allo strumento convenzion­ale con cui Stato e Regioni regolerann­o i reciproci rapporti e obblighi in relazione alla gestione dei servizi per il lavoro e delle politiche attive nel territorio della regione.

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