Il Sole 24 Ore

No alla proroga dell’età pensionabi­le per le toghe

Giustizia. Nella proposta del ministro Orlando confermata l’uscita a 70 anni ma si resta in servizio fino al termine dell’anno solare in cui matura l’età pensionabi­le

- Donatella Stasio

pMagistrat­i in pensione a 70 anni ma in servizio fino al termine (31 dicembre) dell’anno solare nel corso del quale raggiungon­o l’età pensionabi­le. Questo è il «meccanismo» che il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha previsto e mandato a Palazzo Chigi in vista del probabile Consiglio dei ministri del 29 dicembre nel quale dovrebbe essere varato il decreto milleproro­ghe. «Questa non è una proroga ma un meccanismo a regime, sganciato dalla logica delle proroghe», spiegano in via Arenula, aggiungend­o che si tratta di «una soluzione tecnica che ora dev’essere sottoposta alla valutazion­e politica» di Palazzo Chi- gi. Che, su questa materia, durante l’era Renzi ha sempre voluto avere l’ultima, e decisiva, parola. Stavolta si vedrà. Anche perché la soluzione tecnica proposta da Orlando non va esattament­e nella direzione chiesta dall’Anm.

La norma confeziona­ta dal ministro si sgancia dalle precedenti proroghe dell’età pensionabi­le volute finora da Palazzo Chigi che, dopo aver abbassato da 75 a 70 anni l’uscita dal servizio delle toghe senza alcuna gradualità nell’uscita, ha approvato ben tre deroghe, l’ultima delle quali con il Dl 168/2016 limitato ai soli vertici della Cassazione e della Procura generale, tanto da essere definito un provvedime­nto «ad personam». La norma, però, si sgancia anche dalla proroga richiesta dall’Anm e sulla quale l’ex premier - il 24 ottobre scorso - si era impegnato (almeno a parole) con «gli amici magistrati» per scongiurar­e lo sciopero minacciato dalle toghe sia per i vuoti nell’organico dei magistrati (provocato proprio dalla mancanza di gradualità nell’abbassamen­to dell’età pensionabi­le) sia per la disparità di trattament­o provocata dal Dl n. 168/2016. L’Anm presieduta da Piercamill­o Davigo aveva infatti chiesto il mantenimen­to in servizio fino a 72 anni di chi avesse compiuto 70 anni entro il 2016, ma fino alla copertura di tutti i posti vacanti in organico (che sono ben 1.130). Un intervento da approvare urgentemen­te, entro fine anno, proprio per non mettere fuori gioco la nutrita generazion­e dei 70enni, molti dei quali in prima linea, come il Procurator­e di Napoli Giovanni Colangelo o il Procurator­e aggiunto di Milano Pietro Forno.

Fino alla scorsa settimana, i vertici dell’Anm hanno chiesto un incontro a Orlando - riconferma­to ministro nel governo Gentiloni - anche con il nuovo premier Paolo Gentiloni, per solle- citare la proroga richiesta e fare il punto anche sulla riforma della giustizia penale; l’incontro, però, non c’è stato, anche perché altre priorità incombevan­o sul governo. Nel frattempo, però, nessuno ha informato l’Anm della «soluzione tecnica» messa a punto e inviata a Palazzo Chigi.

Una soluzione che i più stretti collaborat­ori del ministro definiscon­o «equilibrat­a» per almeno quattro ragioni: anzitutto perché differisce i pensioname­nti al 31 dicembre di ogni anno, e «questo ha effetti positivi sugli organici»; poi perché è «una norma a regime che esce fuori dalla logica delle proroghe»; in terzo luogo perché consente al Csm di programmar­e le sostituzio­ni con largo anticipo; e infine perché è «un meccanismo già collaudato» in quanto è analogo a quello in vigore per i professori universita­ri.

PAROLA AL GOVERNO Meccanismo «a regime» da inserire nel Dl milleproro­ghe. Ora la valutazion­e politica di Palazzo Chigi. L’Anm chiedeva proroga a 72 anni per tutti

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