Il Sole 24 Ore

Fonti rinnovabil­i ai massimi storici

Energia. Rapporto Enea: consumi ed emissioni frenano mentre il Pil cresce. Record di eolico e solare, 14% del fabbisogno. Prezzi in salita

- Jacopo Giliberto

pQ uest’anno è accaduta una cosa particolar­e. Per la prima volta nella storia economica italiana, il fabbisogno di energia si è separato dall’andamento dell’economia. Lo scostament­o è minimo, spostament­i di zerovirgol­a, ma il fenomeno di una crescita del Pil con un calo di consumi energetici ed emissioni si sta manifestan­do in molti Paesi da pochissimo tempo poiché il cambiament­o delle tecnologie, più efficienti, consente di produrre di più usando meno risorse. Non a caso l’Analisi trimestral­e del sistema energetico italiano curata dall’Enea rile- va che nei primi nove mesi dell’anno le fonti rinnovabil­i non programmab­ili (cioè eolico dal vento e fotovoltai­co dal sole) hanno coperto il 14% della domanda di energia elettrica nazionale: un massimo storico di fronte a un calo dei consumi di energia primaria (-2%) e delle emissioni di CO2 (-3%) rispetto allo stesso periodo del 2015, mentre la quota di energia elettrica prodotta da tutte le fonti green si conferma intorno al 41%.

«Un’inversione di tendenza perché fino a oggi — rileva Francesco Gracceva, dell’unità studi e strategie dell’Enea, responsabi­le del gruppo di ricerca che cura l’analisi — l’Italia è stato il solo Paese, tra le maggiori economie Ue, in cui un contributo significat­ivo alla riduzione delle emissioni è venuto dalla crisi».

Secondo l’Enea, il trend dovrebbe portare nei bilanci di fine anno un 2016 con una riduzione delle emissioni del 29% rispetto al 2005, in linea con gli obiettivi della Strategia energetica nazionale (Sen) e con quelli in discussion­e per il 2030.

L’analisi dell’Enea rileva anche che l’indice Ispred ha registrato un migliorame­nto delle condizioni di sicurezza energetica, di prezzi del- l’energia e di decarboniz­zazione nel nostro Paese, raggiungen­do il livello 0,62, il massimo degli ultimi cinque anni. Un risultato però a doppia valenza: la riduzione delle emissioni di anidride carbonica è stata più forte di un peggiorame­nto dell’indice relativo ai prezzi dell’energia.

Difatti sul fronte del metano, i prezzi medi per i consumator­i i ndustriali segnano un tasso di riduzione del 9,5% contro un calo assai ben più sostanzial­e del 17% per la media dei principali Paesi Ue. Il ribasso modesto dei costi italiani non è giustifica­to da alcun andamento. Non basta: i prezzi dell’energia elettrica per le industrie negli ultimi due trimestri 2016 sono aumentati del 3% circa rispetto al primo semestre, con un allargamen­to del divario fra Italia e resto d’Europa. In aumento anche i prezzi del gasolio: con 1,3 euro al litro, il prezzo del gasolio italiano nel periodo giugno– settembre si è avvicinato ai massimi della Ue.

Rallentano i giacimenti italiani e salgono di conseguenz­a le i mportazion­i di greggio (+3%), con l’import dall’area mediorient­ale in forte crescita (+38%), in particolar­e da Iraq e Iran.

Corre l’import di metano dall’Algeria (+150%), mentre cala quello da Russia (-10%) e Nord Europa, in controtend­enza rispetto al resto dei Paesi europei.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy