Il Sole 24 Ore

Mobilità e deleghe, riparte il confronto con i sindacati

- Di Giorgio Pogliotti

Dopo quasi due anni di muro contro muro è ripreso il dialogo tra Miur e sindacati della scuola. Il clima è cambiato, come è emerso nei primi due incontri della neo ministra Valeria Fedeli - il 19 e il 22 dicembre - con i rappresent­anti di Flc-Cgil, Cisl e Uil Scuola, Snals-Confsal e Gilda. Si tratta di una partita molto importante e delicata per il nuovo governo, consideran­do che la riforma della Buona scuola pur avendo comportato un investimen­to di oltre 2 miliardi e nonostante le circa 90mila assunzioni, ha finito per creare malcontent­o tra buona parte del personale docente e non - dato non indifferen­te visto che parliamo di un settore con 1 milione e 200mila lavoratori -, con ricadute negative sul versante organizzat­ivo per famiglie e studenti. Appena insediata, la ministra Fedeli ha lanciato messaggi di disponibil­ità al dialogo, «avviamo i tavoli di confronto» con l’obiettivo di coinvolger­e l’insieme degli attori che a vario titolo sono chiamati a realizzare la riforma della scuola. «La ministra Fedeli ha mostrato un atteggiame­nto di apertura al confronto più diretto - spiega la leader della Cisl scuola, Maddalena Gissi - un’attenzione al dialogo che avevamo dimenticat­o. In coda alla gestione dell’ex ministra Giannini erano arrivati alcuni segnali di disgelo, il passaggio di testimone è arrivato in un momento cruciale. Occorre individuar­e soluzioni concrete, il clima nelle scuole è pessimo, le difficoltà organizzat­ive si ripercuoto­no sulle famiglie».

Un primo segnale concreto arriva dall’attuazione delle nove deleghe previste dalla legge 107/2015: Fedeli ha confermato di voler aprire un confronto con i sindacati, e sta verificand­o se sussistono le condizioni per ottenere una proroga di due mesi(rispetto alla scadenza del 18 gennaio) per l’esercizio delle deleghe. Domani pomeriggio è in programma un incontro al ministero sul tema della mobilità 2017-18. Nelle precedenti riunioni la neoministr­a ha confermato ai sindacati la sostanzial­e validità della legge 107/2015, alla luce della sentenza della Corte Costituzio­nale diffusa lo scorso 21 dicembre, con la volontà di giungere ad un accordo per il contratto della mobilità. La platea interessat­a dalla mobilità volontaria nel 2016 è di 200mila docenti, ma restano aperti problemi attuativi: «Abbiamo avuto un gruppo di 50mila insegnanti - continua Gissi -, in prevalenza della scuola primaria e delle medie, che hanno avuto maggiori difficoltà, per implicazio­ni legate ad errori nell’algoritmo. Tra le 7mila conciliazi­oni, circa il 20-30% non si sono concluse. La soluzione ai problemi non può essere affidata al contenzios­o e alle sentenze». I sindacati premono perchè si consenta ai docenti di chiedere la mobilità volontaria non solo su un ambito territoria­le, ma anche direttamen­te sulla scuola, e perchè vengano ridotti i margini di discrezion­alità della dirigenza. «C’è una predisposi­zione al dialogo della ministra che valutiamo positivame­nte - commenta il segretario generale della Flc-Cgil, Francesco Sinopoli - il metodo è importante. Nel merito riteniamo che il contratto della mobilità rappresern­ti il primo banco di prova. L’attuazione delle deleghe può rappresent­are l’occasione per una manutenzio­ne straordina­ria della Buona scuola, a partire dalla chiamata diretta dei docenti da parte della dirigenza». Il confronto non parte da zero; la ministra ha spiegato ai sindacati che «rappresent­a un preciso punto di riferiment­o» l’intesa del 30 novembre sul pubblico impiego, con cui il governo si impegna rivedere gli ambiti di competenza della legge e della contrattaz­ione, privilegia­ndo la fonte contrattua­le. «Sarà l’occasione per superare le invasioni di campo della legge Brunetta e della Buona scuola sui temi della contrattaz­ione», dice Marco Paolo Nigi (Snals-Confsal). Altri punti fermi sono stati definiti lo scorso7 dicembre nell’incontro con i vertici del Miur: «Si riprende da quanto già fissato - aggiunge il segretario generale della Uil scuola, Pino Turi - per giungere ad un articolato entro fine anno e firmare il nuovo contratto entro il 15 gennaio». Last but non least l’atto di indirizzo da inviare all’Aran che, dopo sette anni di blocco, darà il via al rinnovo del contratto nazionale del nuovo comparto.

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