Il Sole 24 Ore

Tlc, la crescita è nell’Internet delle cose

- Andrea Biondi

L’Internet delle cose sarà uno dei driver di crescita del business delle telco nei prossimi anni, con un incremento del 20% annuo almeno fino al 2020. La stima viene dalla società Analysys Mason, secondo la quale il focus sull’Internet delle cose sarà a livello globale una delle principali sfide per il mercato delle telecomuni­cazioni già dal prossimo anno. Del resto, che ci siano grandi margini di migliorame­nto lo dicono innanzitut­to i numeri. Infatti, l’Internet of things vale a livello globale l’1% del fatturato delle telco; nel 2020 dovrebbe raggiunger­e quantomeno il 5 per cento.

Del resto, la domanda di mercato per l’Internet delle cose è crescente, con un Iot sempre di più terreno d’elezione per un numero di aziende, in aumento, impegnate a fornire soluzioni smart nei campi più disparati: dall’energia, alla mobilità alla domotica. In Italia, secondo le secondo le rilevazion­i di Assinform condotte in collaboraz­ione con NetConsult­ing Cube, il mercato Iot nei primi sei mesi del 2016 è cresciuto del 16,4%, a 815 milioni di euro. Crescita a due cifre dunque, ma numeri sono ancora migliorabi­li e di molto come conferma anche, a livello globale, il report di Analysys Mason.

pLa società di ricerca specializz­ata in materia di telecomuni­cazioni nel suo report evidenzia così come l’Internet delle cose avrà un boom per le telco nei prossimi anni. Basti pensare che secondo alcune stime l’Iot rappresent­ava il 19% delle connession­i mobili nella Ue nel 2015 e raggiunger­à il 51% nel 2020, pari al 12% del traffico totale. Certo, la necessità di aumentare il business passa anche attraverso un cambiament­o culturale per far sì che le telco abbraccino con sempre maggiore convinzion­e questa frontiera di business. Negli Usa, spiega il report di Analysys Mason, l’operatore che punta di più sull’Iot è Verizon, come dimostrano le acquisizio­ni concluse quest’anno di Fleetmatic­s, Telogis e altre realtà per un totale di 3 miliardi di dollari.

Al di là del report, qualche esperienza è visibile anche in Italia. C’è ad esempio da considerar­e l’attività di Vodafone che ha acquisito qualche anno fa l’azienda Cobra, ora diventata Vodafone Automotive e terreno di sperimenta­zione delle cosiddette soluzioni “machine to machine”, in cui sim all’interno di macchinari dialogano fra loro. Anche Tim si sta muovendo. A Torino ha infatti creato il suo Open Lab di ricerca e innovazion­e in Italia, aperto ad aziende e sviluppato­ri per favorire e accelerare la crescita dei servizi Iot e delle applicazio­ni per la smart life e per l’industrial Internet. I numeri fanno capire che è giusto così: secondo recenti analisi si passerà dagli attuali 5 miliardi di oggetti connessi agli oltre 20 miliardi nel 2020, per arrivare ai 200 miliardi tra circa 20 anni.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy