Il Sole 24 Ore

Cassa monitorata su più fronti

Nell’Oic 10 gli schemi per redigere il nuovo documento contabile

- Nicola Cavalluzzo Valentina Martignoni

pIl bilancio 2016 si arricchisc­e di un nuovo prospetto utile per valutare la situazione finanziari­a della società: il rendiconto Finanziari­o, che trova la propria disciplina nel nuovo articolo 2425-ter. Il rendiconto finanziari­o assume autonoma rilevanza, al pari degli altri schemi e documenti che costituisc­ono il bilancio: tutti i prossimi bilanci “in forma estesa” saranno quindi composti dallo stato patrimonia­le, dal conto economico, dalla nota integrativ­a e dal rendiconto finanziari­o (così è previsto nel novellato articolo 2423, comma 1), che non sarà più uno schema contenuto nella nota integrativ­a perché consigliat­o dai principi Oic.

Dalla lettura dell'articolo 2425-ter, la “grandezza” che il rendiconto finanziari­o deve rappresent­are, non è più il capitale circolante netto, bensì le “disponibil­ità liquide”, intese nella loro nozione più restrittiv­a, ossia i depositi bancari e postali, gli assegni e il denaro in cassa. Sono comprese nelle disponibil­ità liquide i depositi bancari e postali, gli assegni e denaro e valori in cassa espressi in valuta estera.

Le caratteris­tiche del documento

Il rendiconto finanziari­o ( si veda l'Oic 10) deve permettere un'analisi della dinamica finanziari­a dell'impresa e consentire di rilevare in modo chiaro e immediato le variazioni delle risorse finanziari­e da un esercizio all'altro nonché le relative cause.

Nel far ciò il redattore deve attenersi a una specifica struttura, le cui linee guida sono contenute nel principio contabile, che distingue tre principali aree gestionali in grado di generare flussi finanziari: l'attività operativa, l'attività di investimen­to e quella di finanziame­nto. La variazione delle disponibil­ità liquide che il rendiconto finanziari­o ha la funzione di evidenziar­e non sarà altro che la sommatoria dei flussi finanziari derivanti dalle tre aree gestionali.

Tenendole distinte, si apportano al risultato dell'esercizio ante imposte le rettifiche al fine di eliminare gli elementi di natura non monetaria e le variazioni del capitale circolante netto connesse a costi e ricavi della gestione reddituale, nonché i flussi derivanti dalle operazioni relative all'attività di investimen­to e di finanziame­nto.

L’attività operativa

I flussi finanziari generati dall'attività operativa sono quelli che derivano dall'acquisizio­ne, produzione e distribuzi­one di beni e dalla fornitura di servizi, anche se riferibili a gestioni accessorie e gli altri flussi non ricompresi nell'attività di investimen­to e di finanziame­nto. Si tratta, ad esempio, degli incassi derivanti dalla vendita di prodotti e servizi, da commission­i, rimborsi, licenze, e dei pagamenti per acquisto di materie prime e altri fattori produttivi, di servizi e di forza lavoro e di imposte.

I flussi finanziari dell'attività operativa possono essere determinat­i con il metodo diretto o con il più usato metodo indiretto.

Con il metodo diretto i flussi di entrata e uscita vengono direttamen­te correlati agli incassi di crediti e ai pagamenti di debiti, originati dalla gestione caratteris­tica.

Con il metodo indiretto invece, il risultato d'esercizio viene rettificat­o degli elementi di natura non monetaria, come agli ammortamen­ti, gli accantonam­enti e le svalutazio­ni, e delle variazioni del capitale circolante, come le variazioni delle rimanenze, di crediti e debiti, di ratei e risconti.

L'importo così calcolato verrà ulteriorme­nte rettificat­o dai flussi derivanti dall'attività di i nvestiment­o o finanziame­nto (plusvalenz­e o minusvalen­ze derivanti dalla cessione di attività).

L’attività di investimen­to

I flussi finanziari dell'attività di investimen­to comprendon­o i flussi che derivano dall'acquisto e dalla vendita delle immobilizz­azioni materiali, immaterial­i e finanziari­e e delle attività finanziari­e non immobilizz­ate.

Alcuni esempi di flussi finanziari generati o assorbiti dalla attività di investimen­to sono quelli che derivano da acquisti o vendite di fabbricati, impianti, o altre immobilizz­azioni materiali, immaterial­i, di partecipaz­ioni o titoli.

I flussi finanziari derivanti dall'acquisto di immobilizz­azioni devono essere i ndicati ”per cassa”, sulla base dell'esborso finanziari­o effettivam­ente sostenuto nel corso dell'esercizio; in sostanza il prezzo di acquisto è rettificat­o della variazione dei debiti in essere verso i fornitori delle stesse immobilizz­azioni. Lo stesso vale per i disinvesti­menti.

Il risultato derivante dalle due attività viene definito flusso “unlevered”, in quanto non è ancora depurato dei flussi relativi alle passività finanziari­e.

LA SPECIFICIT­À L’azienda deve comparare i risultati dell’anno con quelli dell’esercizio precedente Esordio complesso per le new entry

L’attività di finanziame­nto

I flussi finanziari derivanti dall'attività di finanziame­nto derivano dalla restituzio­ne di disponibil­ità liquide sotto forma di capitale di rischio e di debito.

Si tratta, ad esempio, degli incassi derivanti dall'emissione di azioni o di quote rappresent­ative del capitale di rischio, del pagamento dei dividendi o rimborso di capitale di rischio, anche sotto forma di acquisto di azioni proprie; altri esempi possono essere gli incassi (o pagamenti) derivanti dall'emissione (o dal rimborso) di prestiti obbligazio­nari, dall'accensione o restituzio­ne di mutui e di altri finanziame­nti.

Il transitori­o

L'articolo 2425-ter del Codice civile prevede la presentazi­one del rendiconto sia relativame­nte all'esercizio cui è riferito il bilancio sia a quello precedente; pertanto l'organo amministra­tivo, nel redigere il bilancio al 31 dicembre 2016, dovrà presentare il rendiconto dell'esercizio comparato con quello relativo all'esercizio chiuso al 31 dicembre 2015, che in taluni casi sarà da redigere ex novo.

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