Flat tax al 24% per imprese Irpef Nuovi bilanci con «doppio binario»
LA NUOVA TASSA AL 24% PER DITTE INDIVIDUALI E SOCIETÀ DI PERSONE
Al via la nuova flat tax opzionale per le imprese Irpef. La legge 232/2016 introduce nel Tuir, con effetto dal 1° gennaio, il nuovo articolo 55-bis, che prevede il regime di tassazione separata con aliquota 24% degli utili delle imprese Irpef in contabilità ordinaria. Gli utili distribuiti ai soci verranno tassati nel modello Unico e la società potrà sottrarre il relativo importo dall’imponibile. La nuova imposta consentirà alle società di persone con elevati utili trattenuti in azienda di ridurre il carico fiscale, senza dover ricorrere a una trasformazione societaria.
Il principio ispiratore della nuova imposta sul reddito di impresa (Iri) è quello di allineare il tax rate delle imprese Irpef(dit te individuali e società di persone) in contabilità ordinaria a quello delleSrl,assoggettando ad aliquota proporzionale (cosiddetta tassa piatta o flat tax), pari a quella dell’Ires (24%), gli utili che vengono mantenuti in società.
Per le società che opteranno per l’applicazione dell’Iri, il calcolo dell’imponibile si effettuerà partendo dal risultato di conto economico ed apportando le variazioni previste dal Tuir per le imprese Irpef. Dal reddito di impresa si dedurranno quindi le somme erogate ai soci per utili o riserve di utili, entro il limite della sommatoria degli imponibili Iri dell’anno e degli esercizi precedenti, al netto delle perdite riportabili a nuovo. Nel periodo di validità dell’opzione, le perdite di esercizi precedenti si sottraggono dall’imponibile senza limiti temporali o di importo.
Le somme prelevate e dedotte dalla società concorrono poi a formare il reddito dei soci per il loro intero ammontare. In pratica, la Snc in regime Iri pagherà il 24% sul reddito calcolato al netto degli utili distribuiti ai soci (cioè sull’utile trattenuto), mentre i soci sconteranno l’Irpef progressiva (e addizionali locali) sulle somme incassate. Nelle Snc ordinarie, invece, i soci applicano l’Irpef progressiva sull’intero reddito lordo della società a prescindere dalla quota che viene loro distribuita.
Il beneficio derivante dalla adozione del regime Iri (permesso solo a imprese in contabilità ordina- ria, data la necessità di seguire la movimentazione di utili e riserve) è dunque pari alla differenza di percentuale tra la flat tax del 24% e l’aliquota marginale dei soci applicata alla quota parte di reddito non distribuito. L’opportunità di avvalersi della nuova Iri riguarda dunque in modo particolare le imprese e le società personali che realizzano utili di importo rilevante e che sistematicamente destinano una quota significativa di essi all’autofinanziamento aziendale. Su redditi elevati (che, se imputati ai soci per trasparenza, sconterebbero l’Irpef sull’ultimo scaglione, oltre ad addizionali) il risparmio fiscale dell’Iri arriverà dunque a oltre il 20% degli utili non distribuiti.
Per le Snc e le Sas che hanno redditi trascurabili e/o che tendono a distribuire tutti o quasi gli utili ai soci, l’opzione per la flat tax non sarà invece conveniente dato che, a fronte di una tassazione sostanzialmente identica a quella del regime normale, si dovrà fare i conti con la notevole complessità di gestione del regime (si veda l’altro articolo a fianco).