Asta a segno, nuovi minimi per i BoT
pVa a segno e con rendimenti a nuovi minimi storici l’asta dei titoli di Stato a breve termine del Tesoro italiano, la prima di una due giorni che concluderà il 2016 e che oggi vedrà di scena BTp a più lunga scadenza e CcT. Ieri sono finiti infatti sul mercato ben 6,5 miliardi di euro di BoT a 6 mesi, che sono stati offerti a un tasso di - 0,317% ancora più basso sia rispetto a quello di un mese fa (- 0,199%) sia nei confronti del precedente primato registrato a ottobre (-0,295%) ottenendo richieste per 1,49 volte l’importo assegnato.
Il risultato sorprende però fino a un certo punto, perché sono state le stesse mosse adottate dalla Banca centrale europea (Bce) lo scorso 8 dicembre a favorire un movimento simile. Togliendo il limite del tasso sui depositi (-0,40%) ai riacquisti sui titoli pubblici e ammettendo al piano anche le obbligazioni con scadenza residua di un anno, l’Eurotower ha di fatto provocato una generale ulteriore discesa dei rendimenti a breve termine, movimento al quale l’Italia non si è evidentemente sottratta.
Il fatto che contemporaneamente la stessa Bce abbia messo sotto pressione la parte a più lunga scadenza della curva dei tassi, aumentandone la pendenza, po- ne semmai qualche interrogativo in più sull’operazione che il Tesoro si accinge a effettuare questa mattina. Sul mercato finirà un quantitativo compreso fra 4,75 e 6,75 miliardi di euro di BTp a 5 e 10 anni (compreso un trentennale con scadenza novembre 2026) oltre al CcTeu febbraio 2024 in quello che in una fase di tensione come quella attuale (con il salvataggio di Mps in corso) si presenta come l’ennesimo potenziale test dell’appetito degli investitori nei confronti dei titoli di casa nostra.
Per la verità i rendimenti sulle scadenze interessate (compresa quella a 10 anni) viaggiavano ieri al di sotto dei livelli registrati nell’asta di fine novembre, a testimonianza del fatto che la carta italiana (grazie anche allo «scudo» Bce) ha superato l’impatto del referendum dello scorso 4 dicem- bre e la successiva crisi che ha portato all’avvicendamento fra Matteo Renzi e Paolo Gentiloni alla guida del Governo.
«L’ammontare è in linea con l’asta di dicembre dello scorso anno, non vi saranno rimborsi ma l’asta potrebbe trarre beneficio dalla necessità che gli investitori avranno di reimpiegare la liquidità all’inizio del nuovo anno», sottolinea d’altra parte Luca Cazzulani, strategist sul reddito fisso di UniCredit: per quanto si tenga negli ultimi giorni del 2016, il regolamento dell’asta di oggi cadrà infatti il 2 gennaio prossimo.
Intanto sul mercato secondario, quella di ieri è stata ancora una volta una giornata all’insegna dei volumi ridotti (come si conviene a questo periodo dell’anno) e da movimenti di piccolo cabotaggio, con una lieve prevalenza di acqui- sti sulle lunghe scadenze e sulla periferia d’Europa che appare di buon auspicio per l’asta odierna. Rispetto alla vigilia il rendimento del BTp decennale ha limato qualche centesimo all’1,82%, mentre lo spread nei confronti del Bund tedesco con pari scadenza si è attestato a quota 163.
Negli Stati Uniti vale invece la pena di segnalare il successo dell’asta del Tesoro che, al contrario di quanto avvenuto il giorno precedente sulla scadenza a 2 anni, ha fatto il pieno collocando 34 miliardi di dollari di titoli a 5 anni con un rendimento del 2,057% che rappresenta il massimo dallo scorso febbraio e soprattutto un rapporto domanda/offerta pari a 2,72 che non si registrava da oltre due anni. A fare la coda (71,4%) sono stati i cosiddetti indirect bidders, ovvero principalmente gli investitori esteri che evidentemente fanno di questi tempi danno la caccia alle obbligazioni made in Usa.
LA TENDENZA Volumi ridotti e qualche acquisto sul secondario, spread BTp-Bund a 163 punti. Negli Usa gli investitori esteri fanno la coda per i Treasury