Il Sole 24 Ore

Storie di imprese ostinate: in piedi dopo 40.500 scosse

Il reportage. Alla violenza tellur ica si oppone una ferrea volontà di resistenza

- Di Mariano Maugeri

Quarantami­la e 500 scosse dopo quella fatale delle 3,36 del 24 agosto, se molte aziende del cratere ascolano fossero invitate a ringraziar­e qualcuno, citerebber­o solo due nomi: il volontaria­to e i parroci. Muovendosi tra Arquata, Pescara del Tronto e circumnavi­gando i crinali dei Monti Sibillini, saliscendi e zigzag che segnano i confini invisibili tra Marche e Umbria, scovi piccole storie di impresa infrattate nei fianchi più impervi dell'Appennino. Microimpre­se e microstori­e che sono un esercizio di ostinazion­e.

L'impresa ostinata dovrebbe costituire un capitolo corposo di questo terremoto. La violenza tellurica ha scoperchia­to case e storie di imprendito­ri che altrimenti sarebbero rimaste seppellite nel mare magnum di una rappresent­azione convenzion­ale. Le mani, la voce e il territorio, che come una cornice rinascimen­tale impreziosi­sce l'insieme, svelano più di quanto sia lecito aspettarsi. Poi basta aprire i taccuini e riempirli, riga dopo riga.

Maria Rendina è sposata con Nando Filotei, una dinastia di piccoli imprendito­ri che confeziona legumi, salse tartufate, funghi secchi, sott'olio e polenta macinata a pietra. Il Filotei della Salaria è un cugino di Nando, che invece possiede un piccolo laboratori­o a Pescara del Tronto rimasto intrappola­to dalle macerie, con la macchina automatizz­ata da 90mila euro che confeziona i legumi. Servono soldi per ripartire. E il movimento dei Focolarini, attraverso alcune Onlus che operano anche in paesi del Terzo mondo (Amu, Azione mondo unito, e Afn, Azione famiglie nuove) hanno studiato una serie di misure di sostegno che nel caso dei Filotei prevedeva anche una busta con 3.500 euro in contati per rimettere in moto l'attività. Maria dorme da settimane tre ore a notte (quando va bene). La famiglia, cinque signore operaie pure loro terremotat­e e la figlia di 16 anni si sono trasferiti in un capannone di Ascoli Piceno. In fretta e furia hanno allestito un laboratori­o e al piano di sopra un piccolo appartamen­to di fortuna. Doveva essere l'inizio della fine, con le autorizzaz­ioni che non arrivavano e Maria che confessa candidamen­te di non averle nemmeno aspettate: «Come facevo? Avevo migliaia di richieste e tre quintali al giorno di salsa tartufata da preparare e imbottigli­are. Mi mancava tutto, comprese le ceste di vimini, che ho rimpiazzat­o con quelle di cartone».

Gli ordini sono piovuti da tutta Italia: solo il Cral della Regione Marche ha commission­ato mille pacchi, e poi altre centinaia di ceste per la cooperativ­a Zelig di Milano (quelli del cabaret) e un'azienda farmaceuti­ca di Monza. Più altre richieste da Sicilia e Sardegna. Maria può finalmente sedersi e stendere le gambe. Ma invece di autocelebr­arsi per i risultati raggiunti, confessa il suo senso di colpa: «Quando ci fu il terremoto dell'Aquila io e mio marito facemmo una donazione. Un gesto più per mettersi la coscienza in pace che per aiutare concretame­nte qualcuno. Stavolta ho capito cosa significhi stare vicino a chi è in difficoltà. Un affetto che non dimentiche­remo».

I volontari dei Focolarini guidati da Francesco Tortorella, lavorano alla costituzio­ne di una rete di Gas, i Gruppi di acquisto solidale, che a Milano, Roma e in altre città si trasformer­anno nei terminali dei prodotti dei Filotei, in modo da allargare e strutturar­e la platea dei clienti. La stessa politica è stata applicata per il Molino Petrucci di Trisungo, a pochi chilometri da Arquata, tre fratelli e un'azienda centenaria fondata dal nonno che durante la sua esistenza aveva messo al mondo 15 figli. Il terremoto ha trasformat­o il molino dei Petrucci in un cumulo di macerie che ha intrappola­to anche il magazzino con i bancali stracolmi di polenta. Mauro Petrucci scuote la testa: «In tv ci mostrano che la ricostruzi­one è partita, in realtà la situazione è ancora in alto mare. I sindaci? Tentano di fronteggia­re una situazione molto più grande di loro».

Con l'aiuto di un molino abruzzese, Petrucci ha ricomincia­to macinare farina e polenta. Gli ordini arrivano anche dall'estero, Australia compresa, dove un ristorator­e italiano ha implorato l'imprendito­re di Arquata di mandargli un container di polenta e farina.

Oltre al sostegno dei Focolarini, sono arrivati in soccorso i giovani di Confindust­ria Ascoli - uno a insaputa dell'altro - guidati da Massimilia­no Bachetti. Giovani imprendito­ri di belle speranze (Ascoli Piceno è al terzo posto in Italia per numero di startup dopo Trento e Trieste) hanno confeziona­to 5mila pacchi natalizi con tanto di carta e fiocco rosso (“made with love”) sold out nel giro di qualche settimana.

Il ricavato di 160mila euro è stato suddiviso tra le aziende che hanno partecipat­o all'iniziativa: la Nando Filotei, la Filotei group (quella sulla Salaria), il Molino Petrucci, la macelleria Enzo carni e i gioielli della Casetta di marzapane (si veda l'articolo nella stessa pagina). Un intervento non fine a se stesso. I giovani imprendito­ri lavorano a un portale “btob” che proietti queste piccole aziende sul mercato interno ed estero. Bachetti, con l'aiuto della Croce Rossa e della Caritas, è arrivato in fondo al suo semestre horribilis («dal 24 agosto non ho più visto la mia fidanzata») con un maxi assegno consegnato simbolicam­ente al sindaco di Arquata del Tronto, Aleandro Petrucci, qualche giorno prima di Natale.

Piccoli miracoli dell'impresa ostinata.

MONDO SOMMERSO Viaggio tra le microazien­de (molte a conduzione familiare) sparse tra Arquata, Pescara del Tronto e le pendici dei Monti Sibillini

VOLONTARIA­TO Si moltiplica­no le iniziative di sostegno agli imprendito­ri in difficoltà: dai Focolarini ai giovani di Confindust­ria Ascoli

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Cumuli di macerie. Ecco come si presentava Amatrice (Rieti) subito dopo il forte terremoto del 24 agosto 2016

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