«Le nostre imprese più competitive con la tecnologia»
«La Lombardia sarà certamente in prima fila, è la regione a più alta densità manifatturiera d’Italia e saprà certamente approfittarne». Per Marco Taisch, docente del Politecnico di Milano, referente dell’ateneo nella cabina di regia del progetto governativo, il piano Industria 4.0 fornisce al territorio l’occasione unica per un salto di qualità tecnologico, i cui benefici saranno duplici.
«Nel breve periodo – spiega Taisch – l’effetto immediato sarà il rilancio degli investimenti, con un effetto diretto sui produttori di queste tecnologie, dove tra l’altro la regione è in posizione di leadership. Questo significa lavoro anche per l’indotto, aumento dei ricavi aziendali e del prodotto interno lordo locale. Ma gli impatti più significativi si avranno nel medio lungo termine, dal lato degli acquirenti di tecnologia. Che grazie a queste scelte miglioreranno il proprio profilo competitivo».
Iniezioni di tecnologia che potranno anche modificare su base geografica i profili di convenienza relativa delle produzioni, fornendo un puntello importante alle strategie di reshoring, il rientro “in patria” di attività delocalizzate. «Da un lato – aggiunge Taisch – si osserva un aumento corale del costo della manodopera nei paesi del Far East ma a questo fenomeno ora si aggiunge una possibilità concreta di sfruttare al meglio la tecnologia, i cui costi sono simili nel mondo. La digitalizzazione riduce l’incidenza del costo del lavoro, il made in Italy diventa una strada sempre più percorribile». Iniezioni di innovazione che non potranno avvenire in modo neutro ma che richiederanno un cambiamento radicale di paradigma, a partire dalle competenze. «Produrre “come una volta” non sarà più possibile e il cambiamento tecnico dovrà necessariamente accompagnarsi ad una trasformazione del know-how. Serviranno anzitutto nuove figure professionali, ingegneri ma non solo. Serviranno anche tecnici con competenze più estese perché il futuro è nella multidisciplinarietà: l’ambizione è quella di vedere il raddoppio delle iscrizioni negli istituti tecnici».
Know-how a cui è dedicato un capitolo chiave del piano Industria 4.0, con la creazione di competence center e digital innovation hub. Aree in cui la Lombardia giocherà un ruolo determi-
«Dal piano del Governo più investimenti: la manifattura torna al centro del dibattito»
nante. «Ci sarà naturalmente una gara – aggiunge Taisch – ma io credo che qui da noi si possa puntare sulla manifattura digitale. È il vero punto cardine dell’innovazione di processo, che si integra perfettamente in un territorio a forte e radicata tradizione industriale. Ai centri di competenza si aggiungeranno poi i digital innovation hub, che rappresenteranno una sorta di “sportello” a cui le imprese potranno accedere per le proprie richieste di innovazione. Spetterà a questi hub selezionare la strada migliore e indirizzare la domanda nella giusta direzione». Per il sistema lombardo esiste dunque una grande opportunità, anche se nella “messa a terra” dell’intero piano molto dipenderà dalla volontà delle imprese. «Perderemo per strada certamente qualcuno: gli imprenditori che replicano gli schemi del passato e non pensano di dover evolvere. La selezione ci sarà, è brutto dirlo ma è inevitabile. E il sistema sarà comunque più forte di prima. Non so se alla fine gli investimenti 2017 cresceranno davvero di 10 miliardi, come auspicato dal Governo. Se ci limitassimo a questo però perderemmo di vista l’obiettivo reale, cioè il rilancio della competitività. Oggi, finalmente, nell’agenda del Paese ci sono due punti fermi: la manifattura e la tecnologia, intesa come driver di crescita industriale. La vera svolta è questa, ben più rilevante rispetto all’obiettivo di breve periodo sugli investimenti».