Veneta Cucine investe in tecnologie
«Che cosa ci aspettiamo per il 2017? Siamo ambiziosi negli obiettivi, ma prudenti nelle previsioni». Le parole di Denise Archiutti, amministratrice e Group Controller di Veneta Cucine, rendono bene l’atteggiamento che caratterizza gli imprenditori dell’arredo dopo la crisi. Anche quelle che in questi anni difficili si sono consolidate, riducendo gli sprechi e investendo in macchinari e tecnologie per migliorare l’efficienza produttiva, hanno imparato a fare i conti con un mercato altalenante, che rende sempre più difficile prevedere l’andamento dei fatturati.
Diventa perciò necessario agire sull’efficientamento e sulla flessibilità dei processi produttivi, per ridurre i costi e ri- spondere con rapidità alle esigenze dei clienti e ai continui mutamenti del mercato.
È quello che ha fatto il gruppo veneto, avviando circa quattro anni fa un importante piano di investimenti per il rinnovo degli impianti e dei macchinari indu- striali. I risultati sono tangibili: il gruppo si prepara a chiudere l’anno con un fatturato in crescita del 7% (oltre i 170 milioni), ben oltre i livelli pre-crisi, con una buona performance anche sul mercato interno, dove Veneta Cucine realizza il 70% dei ricavi. La crisi, pre- cisa Archiutti, si è fatta sentire, ma non ha lasciato troppe spoglie sul campo e dal 2012 l’azienda è tornata a crescere, sia nei valori, sia nel numero di dipendenti che oggi, tra i quattro stabilimenti tutti in Veneto, sono circa 500.
Il piano di investimenti industriali proseguirà anche nel 2017: l’anno prossimo sarà inaugurato il primo lotto di una nuova linea produttiva e continueranno gli investimenti per aprire anche il secondo lotto. Obiettivo, spiega Archiutti, rendere sempre più tecnologica (dunque controllabile) e flessibile la produzione, che è totalmente integrata, avviene su commessa (senza dunque scorte di magazzino) ed è il più possibile personalizzata. «Abbiamo volumi industriali, ma offriamo la possibilità di creare prodotti sempre customizzabili, quasi “tailor made”», aggiunge Archiutti.
E qui sta la seconda chiave della crescita di questi anni, con un 2016 che, nonostante le incertezze dei mercati, ha chiuso in modo positivo: «Siamo soddisfatti perché siamo riusciti a tenere testa all’andamento molto altalenante del comparto di cucine componibili a livello nazionale», spiega, citando una ricerca Swg sui distributori, in base alla quale le consegne sono cresciute del 16% nel primo bimestre, per poi crollare del 24% nel secondo bimestre dell’anno.
«Anche per noi la prima parte dell’anno è stata più frizzante, mentre poi le vendite sono diminuite – aggiunge la manager – ma per fortuna senza questi eccessi». A funzionare è anche una politica distributiva che predilige i negozi specializzati, possibilmente monomarca (a gestione non diretta, tranne i due showroom di Milano e Bologna) dove a farla da padrone è il servizio di consulenza e assistenza ai clienti, pre e post vendita.
SCENARI La Group Controller Archiutti: «L’andamento altalenante dei mercati rende necessario un maggiore efficientamento dei processi produttivi»