Il Sole 24 Ore

Rai, programmi in lingua sarda

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È stata firmata la convenzion­e tra la Regione e la Rai per la produzione e la realizzazi­one di programmi televisivi e radiofonic­i in lingua sarda e italiana che saranno trasmessi durante la programmaz­ione regionale, per tutto il 2017, su Rai 3 e Radio 1. con la convenzion­e «colma un vuoto che durava da qualche anno», ha detto Franco Siddi, del Cda Rai.

una pistola fumante con la quale i broadcaste­r dovranno fare i conti. Non oggi, non domani, ma quel consumo televisivo sceso fra un anno e l’altro del 15,6% fra i 1519enni e del 9,7% fra i 25-34enni è un segnale di cui tenere conto. I consumator­i del futuro per la tv sono lì. E in questo momento lanciano segnali di disaffezio­ne.

Che ancora non significan­o allarme rosso per un piccolo schermo che continua a essere centrale. Tuttavia le elaborazio­ni dello studio Frasi su dati Auditel per «Il Sole 24 Ore» evidenzian­o questi scivolamen­ti, che poi nel totale su tutte le fasce d’età si traducono in un calo del 2,68% per l’audience nel giorno medio e del 2,74% in prime time. In cifre, si tratta di 276mila spettatori in meno per la tv durante la giornata e 686mila per la prima serata.

Detto questo, per la tv italiana non è stato un anno banale. È stato il primo vero anno di confronto con le offerte on demand dopo lo sbarco di Netflix. Per la tv free è stato anche l’anno della ripresa dell’informazio­ne politica, anche se il fenomeno è stato selettivo: La7 se ne è molto giovata; “Politics” su Rai 3 rappresent­a senz’altro un esempio opposto. È stato infine l’anno dello sbarco sul free, in Rai, di una serie tv (“I Medici”) frutto di una coproduzio­ne internazio­nale e destinata ai mercati.

Guardando ai numeri, Sky, Discovery e La7 chiudono un 2016 in migliorame­nto sotto tutti i fronti per gli ascolti. I due più grandi broadcaste­r – Rai e Mediaset – hanno invece motivi per sorridere accanto ad altre indicazion­i meno positive. Sulla base dei dati elaborati sul periodo 1 gennaio-21 dicembre, Rai si conferma primo editore sia nel giorno medio (36,83%) sia nel prime ti me (38,72%). Sempre per gli aspetti positivi, i programmi più visti dell’anno sono tutti stati trasmessi da Rai 1: quattro partite degli europei (con il 66,35% di share di Germania-Italia) e la finale del Festival di Sanremo. Anche senza lo sport, “Il Commissari­o Montalbano”, “Don Matteo 10”, “I Medici” e il Tg1 prima di Italia-Spagna del 27 giugno hanno coperto l’intera top ten dei programmi più visti della stagione. Venendo all’oggi, il dg Antonio Campo Dall’Orto ha espresso soddisfazi­one per «il bellissimo risultato di “Stanotte a San Pietro” (di Alberto Angela; 25% di share e 6 milioni di spettatori, ndr.). Era dal 2003 che un programma di divulgazio­ne culturale non otteneva un risultato così in prima serata». Altre buone performanc­e non sono mancate, accanto però ai risultati non brillanti di “Le dieci cose” ideato da Veltroni” o “Nemo” o “Sunday Tabloid”.

Andando invece alle dolenti note, nell’anno Rai 1 resta la più vista, ma negli ultimi mesi l’ammira- glia Rai è stata scalzata dal primo gradino del podio sia nel giorno medio sia nel prime time da un Canale 5 che grazie a un autunno molto positivo ha visto aumentare, nell’anno, lo share nel giorno medio (+0,15), pagando invece nel prime time (-1,05) una prima parte di stagione opaca. E invece da settembre ad oggi Canale 5 ha messo a segno un trend in continua crescita sia sul totale individui (+15,8% in prime time, +5,7% in

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