Almaviva e i sindacati tornano al Mise
Call center. I lavorator i della sede romana chiedono di r iprendere il dialogo - Il ministero del Lavoro convoca le parti per oggi
È previsto per oggi a mezzogiorno al ministero dello Sviluppo economico un incontro fra Almaviva contact e i sindacati per cercare di dipanare la matassa che si è creata attorno alla sede di Roma della società di call center del gruppo Almaviva. La convocazione è arrivata ieri in serata, firmata da un’email partita dalla direzione generale del ministero del Lavoro.
Ha sortito quindi subito un ef- fetto la mossa delle organizzazioni sindacali che ieri hanno ufficialmente chiesto un incontro ad azienda e sindacati per riaprire una partita che vede sulla graticola 1.666 lavoratori della sede romana di Almaviva Contact. Tutti dipendenti che vanno dritti verso il licenziamento dopo che le Rsu all’unanimità hanno bocciato, non firmandola, la proposta di mediazione formulata dal governo per evitare i licenziamenti di 2.511 lavoratori fra Roma e Napoli. Le Rsu campane hanno firmate, quelle capitoline no. Da qui l’inevitabilità del baratro dei licenziamenti, ma forse anche la presa di coscienza, da parte dei lavoratori, di una situazione che rischiava di essere senza via di uscita.
Sono seguite assemblee, raccolte di firme (quasi 850 raccolte da Fistel Cisl e Uilcom) e una consultazione di Slc Cgil fra i lavoratori della sede romana che, in mag- gioranza (590 “sì” e 473 contrari) hanno chiesto la riapertura del dialogo con l’azienda per firmare l’accordo proposto dal governo.
In mattinata però l’azienda aveva esplicitato con un duro comunicato la sua contrarierà alla riapertura della trattativa, come anticipato sul Sole 24 Ore di ieri. «Apprendiamo oggi – si legge – a seguito di sorprendenti dichiarazioni sindacali, che c’è chi vorrebbe cancellare tutto affermando che la totalità delle rappresentanze sindacali di Roma avrebbe agito contro il volere della maggioranza dei lavoratori». La conclusione non lascia margini: «L’ipotesi di attivare una trattativa supplementare, oltre che fuori da ogni logica ed in contrasto con il mandato di rappresentanza sindacale dichiarato, risulta inoltre legalmente e tecnicamente impossibile perché invaliderebbe l’intera procedura conclusa con la mediazione del Governo». Ora Mise e ministero del Lavoro tornano in partita.