Arrestato a Berlino un complice di Amri
La strage di Natale. È un tunisino quarantenne e potrebbe essere coinvolto nella preparazione dell’attentato
È il presunto «complice» di Anis Amri. La polizia tedesca ha arrestato un quarantenne tunisino che «potrebbe essere coinvolto nell’attentato».
A nove giorni dall’atto terroristico del 19 dicembre ai mercatini natalizi di Breitscheidplatz, le autorità tedesche cercano una presunta rete di soggetti in contatto con Amri, che potrebbero averlo aiutato nella pianificazione e attuazione della strage firmata Isis.
Il nome del quarantenne, il cui arresto dovrà essere convalidato oggi, è stato trovato tra i contatti telefonici che aveva avuto Amri nei momenti immediatamente precedenti all’attentato. «Nel corso delle indagini - spiegano fonti della Procura generale tedesca - alcuni elementi hanno indicato che l’uomo potrebbe essere stato coinvolto nella preparazione dell’attacco terroristico. E così ne è stato deciso l’arresto». A lui e ad altri «islamisti di Berlino e della Ruhr», secondo quanto rivelano gli inquirenti, potrebbero essere giunti «messaggi vocali» e «foto» che Amri avrebbe inviato «fino a 10 minuti prima dell’attentato». Nella mattinata di ieri agenti della polizia federale hanno fatto irruzione nell’appartamento e nell’ufficio del 40enne tunisino, nel quartiere meridionale berlinese di Tempelhof, procedendo «al suo temporaneo arresto». «Ulteriori indagini indicano che potrebbe essere stato coinvolto nell’attentato», ha aggiunto in una nota la Procura, che ha tempo fino a questa sera per avvalorare i sospetti e decidere se emettere un formale mandato di arresto.
Intanto gli inquirenti stanno cercando di ricostruire il tragitto di Amri per far perdere le sue tracce dopo l’attentato. Stando ai riscontri finora raccolti, dalla Germania sarebbe passato in Olanda, per poi attraversare la Francia e, quindi, arrivare a Mila- no. Un portavoce della Procura di Nimega, città olandese al confine con la Germania e a 40 chilometri da Emmerich, dove il tunisino era ufficialmente registrato, ha detto che è «molto probabile» che il tunisino sia stato ripreso «da solo» dalle telecamere della stazione alle 11.30 del 21 dicembre. Particolare già raccontato dai media francesi. Tuttavia secondo gli investigatori italiani della Procura della Repubblica di Milano, non esiste ancora alcuna prova del passaggio in Olanda di Amri. Questo perché la sua scheda sim del cellulare, pur essendo olandese risulta inutilizzata. Dunque potrebbe essergli stata data da altri soggetti. Gli unici dati certi sono che Amri ha comprato a Lione un biglietto Tgv per Milano, via Chambery-Torino.
L’ipotesi sulla quale stanno lavorando alla Procura della Repubblica di Roma è che da Sesto San Giovanni (Milano), dove è stato trovato dalla polizia, Amri volesse prendere un mezzo per andare probabilmente a Roma o in provincia, così da trovare rifugio. Un particolare che trova conferma nelle perquisizioni svolte in questi giorni nella Capitale e ad Aprilia (si veda il Sole 24 Ore di ieri). I magistrati hanno interrogato due connazionali di Amri, i quali hanno confermato di averlo ospitato prima della sua partenza per la Germania. All’interno delle abitazioni, però, non sarebbero stati individuati elementi che facciano ipotizzare a un legame col fondamentalismo islamico.
Di certo c’è che il nome di Amri era noto all’Antiterrorismo tedesco. A febbraio 2016 - cinque mesi prima che il tunisino fosse fermato senza documenti in Germania, per poi essere rilasciato - era stato diffuso un “allert” in Europa, in cui si puntualizzava la pericolosità di Amri, indicato come «terrorista» da fermare. Stando a questa annotazione lo stragista di Berlino era alla ricerca di un fucile mitragliatore da acquistare. Il particolare emerge da una ricostruzione delle autorità francesi, secondo cui a marzo Amri aveva tentato di venire in possesso dell’arma attraverso contatti con cellule fondamentaliste in Francia.
LE INDAGINI Il terrorista gli ha inviato messaggi prima dell’attacco Probabile che nella fuga sia passato da Nimega (Olanda) Il fascicolo in Italia a febbraio