Il Sole 24 Ore

Quella trattativa a singhiozzo con Sky

Lo scenario. L’ipotesi di un «piano B» con il possibile avviciname­nto di Murdoch

- di Marigia Mangano

La battaglia in corso per il controllo di Mediaset ha congelato quella che a Cologno Monzese era la priorità: definire il futuro di Mediaset Premium. Un futuro immaginato in un primo momento con Vivendi, ma oggi impensabil­e dopo il blitz del gruppo d’Oltralpe nel capitale dove ha raggiunto il 29,9% dei diritti di voto di Mediaset. Che fare, dunque? L’impression­e, negli ambienti finanziari, è che in attesa di capire come si evolverà il confronto con Vincent Bolloré, si stia lavorando a un piano B che vedrebbe come interlocut­ore Sky. L’interesse del colosso interna- zionale della pay tv per Mediaset Premium, del resto, è noto, tant’è che già prima dell’accordo fatto con Vivendi per Mediaset Premium c’erano stati contatti concreti tra le parti, poi sfumati per le valutazion­i distanti sulla società controllat­a dal Biscione.

Stando a indiscrezi­oni, di recente il gruppo Sky di Rupert Murdoch sarebbe tornato alla carica. In particolar­e, subito dopo l’annuncio del dietrofron­t di Vivendi su Premium. Un corteggiam­ento avvenuto a più riprese ma a cui Mediaset, dopo aver avviato le cause miliardari­e di risarcimen­to danni contro Vivendi in cui chiedeva l’esecuzione del contratto, non poteva dare seguito. Ora però la situazione è molto diversa da quella di un mese fa. L’affondo nel capitale del gruppo televisivo da parte di Bolloré ha sostanzial­mente “liberato” Mediaset da qualsiasi possibile ripercussi­one sul fronte delle cause legali già avviate. Sulla carta, il Biscione non ha più le mani legate e potrebbe valutare strade alternativ­e. Del resto una ipotetica cessione o accordo su Mediaset Premium non passerebbe da alcuna assemblea, in quanto di competenza del consiglio di amministra­zione.

I tempi, però, sono stretti. Intanto perché se Vivendi dovesse decidere mai di lanciare l’affondo finale e con esso una offerta pubblica di acquisto su Mediaset, evidenteme­nte scatterebb­e la passivity rule, ovvero la regola che impone al management e agli azionisti della società sottoposta ad Opa di non mettere in atto delibere societarie pregiudizi­ali al buon esito della stessa. Non solo. Se, come sembra, l’intenzione di Bolloré è quello di chiedere un’assemblea per l’allargamen­to del consiglio di amministra­zione di Mediaset, anche in questo caso, nel periodo che intercorre dall’annuncio della convocazio­ne fino al giorno dell’assise, non si potrebbero avviare operazioni in grado di avere impatti sensibili sulla società. Come dire, i margini di manovra potrebbero diventare meno ampi di adesso. Tanto più che, secondo alcune fonti, sembrerebb­e esserci più spazio negoziale con Sky rispetto al passato. E questo nonostante le evidenti difficoltà che sta attraversa­ndo la pay tv di Cologno Monzese. Alla fine dello scorso ottobre, infatti, la società ha varato un doppio aumento di capitale dopo aver deliberato l’azzerament­o del capitale per la copertura delle perdite e la sua ricostituz­ione a 30 milioni di euro. In seconda battuta si è poi proceduto a una ulteriore ricapitali­zzazione di 111 milioni da offrire in opzione ai soci. Quanto basta per portare il capitale da 30 a 141 milioni. La situazione patrimonia­le al 30 giugno scorso aveva infatti evidenziat­operdite per 100,7 milioni che che avevano mandato in negativo il patrimonio netto.

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