Agcom, crescono le reti ultraveloci
Tlc/1. I dati a settembre dell’Osservator io tr imestrale sulle comunicazioni - Sms cannibalizzati da Whatsapp Linee in fibra raddoppiate in un anno, ma pesano ancora il 12,8%
I dati dell’Osservatorio trimestrale Agcom restituiscono una realtà duplice: numeri in crescita sulle reti ultraveloci, ma ancora sotto un livello accettabile. Sta di fatto che le rilevazioni diffuse ieri dall’Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni riflettono, oltre all’avanzare dei tempi e quindi delle necessità della clientela, anche in qualche modo lo scarico a terra di tutte le discussioni fatte con grande insistenza sulla necessità dell’Italia di dotarsi di una rete in fibra degna di questo nome e, quindi, sulla necessità delle telco di investire.
Andando nel dettaglio dei numeri, gli accessi con velocità maggiore di 30 Mbps (quindi sostanzialmente la fibra) hanno sfiorato i 2 milioni a settembre 2016, con un raddoppio annuo. Grande crescita, quindi, per un terreno in cui Telecom, Fastweb e Vodafone fanno la parte del leone: insieme hanno il 94% di questi accessi. Fin qui il nu- mero, evidente, che riflette la crescita esponenziale.
A frenare gli entusiasmi ci sono però altre cifre. Il peso degli accessi con velocità maggiori di 30 Mbps è pari al 12,8% del totale broadband. Si tratta pur sempre di un numero che esprime un miglioramento di tutto rispetto se si pensa che un anno prima quel peso percentuale era del 6,7 per cento. Ma si parla ancora di poco più di una linea su dieci, in un Paese che ha da recuperare un gap notevole nella digitalizzazione e che da marzo 2015 è alle prese con un Piano di costruzione di una rete a banda ultralarga sul quale, con l’ex premier Matteo Renzi a Palazzo Chigi, si è poi imbarcata anche Enel con Enel Open Fiber fresca di matrimonio con Metroweb.
L’Autorità si è focalizzata anche sul complesso delle linee Nga (in cui rientra qualcosa in più della fibra) che a settembre 2016 ammontavano a 2,2 milioni, con Telecom in veste di operatore che ha registrato la crescita maggiore (+435mila linee), seguita da Vodafone (+300mila).
I dati di Agcom prendono comunque a esame le performance nelle tlc a tutto tondo. E così, per esempio, si vede che nel fisso Telecom negli ultimi 4 anni ha perso 2,79 milioni di accessi di rete fissa di cui 1,3 milioni sono migrati a nuovi operatori. L’ex monopolista tuttavia mantiene una posizione di leadership sul mercato (56,2%) seguita a distanza da Wind (13,4%) che da gennaio sarà tutt’uno con 3 Italia (si veda altro articolo in pagina). Fastweb (11,5%) e Vodafone (11,2%) sono dietro ed entrambi in crescita (+0,7% e +0,8%).
Per quanto riguarda la telefonia mobile, su base annua le linee hanno registrato un leggero aumento (+0,41 milioni) dovuto in larga parte agli operatori virtuali (+0,39 milioni) in cui a farla da padrone sono Poste Mobile (51,4% dei clienti Mvno) e Fastweb (14,4%). Da notare anche l’aumento delle sim “machine-to-machine” salite di 2,6 milioni a fronte di una riduzione di 2,2 milioni nelle sim tradizionali a indicazione di un mercato tutto sommato saturo. Per quanto riguarda il traffico dati, il numero di sim con accesso ad internet è cresciuto del 9,7%, arrivando a superare le 53 milioni di unità (su 97,4 milioni totali). Nel mobile Tim si conferma leader con una quota del 30,3% (-0,6 punti), seguita da Vodafone (29,2%; +0,5) e Wind (22,4%; -0,6). Telecom è avanti anche nel residenziale (27,1% contro 25,9% di Vodafone e 25,7% di Wind).Da rilevare, infine, il dato relativo agli sms inviati da inizio anno (17,8 miliardi): “cannibalizzati” da nuove applicazioni di comunicazione, in particolare Whatsapp, si sono ridotti del 27,7% rispetto allo stesso periodo del 2015 e di oltre il 75% rispetto al livello massimo raggiunto nel 2012 (72,2 miliardi).