Dopo consegne record si arresta la crescita delle scorte di rame
Fenomeno forse legato a un boom di produzione in Cina
Prezzi in recupero alla riapertura del Lme
Dopo una settimana con poche variazioni e la pausa per le festività natalizie, il London Metal Exchange (Lme) ha riaperto ieri con scambi misti, con il rame in rialzo e cali per zinco, piombo e nickel, ma nel complesso senza senza seguire lo Shanghai Futures Exchange, che era rimasto regolarmente aperto in questi giorni, con forti perdite seguite solo ieri da un recupero. A rassicurare i mercati è nel frattempo intervenuta la rassicurazione del governo cinese sul raggiungimento per quest’anno dell’obiettivo di crescita del 6,5-7%, nonostante – è stato precisato – la debole e vulnerabile economia globale.
Calmi anche ieri i movimenti di catodi rame, ormai tornati normali in entrata e in uscita dai magazzini ufficiali Lme, dopo che il recente record di forti entrate per sei giorni consecutivi aveva risvegliato tra i partecipanti al mercato quella percezione di eccedenza che – dopo essere durata a lungo – era da poco scomparsa. Alcune grandi banche, tra cui Goldman Sachs e Société Générale, si erano schierate nel prevedere un’imminente fase di tensione sul mercato globale del rame, inducendo a pensare che il rallly dei prezzi iniziato in novembre non fosse supportato da fattori fondamentali. David Wilson, direttore ricerche e strategia metalli di Citigroup, aveva commentato che i flussi in entrata al Lme tra il 12 e il 19 dicembre avevano certamen- te intaccato l’ottimismo.
In realtà la salita dei prezzi di novembre era stata sostenuta da segnali di aumento della domanda cinese e da scommesse che la spesa per le infrastrutture e la produzione sarebbero aumentate negli Usa dopo l’insediamento di Trump a gennaio alla Casa Bianca. Lo slancio si era in seguito perso con il perdurare di forti arrivi nei magazzini Lme, tanto da far scendere il prezzo del rame giovedì scorso a 5.419,50 $ (base tre mesi), minimo da un mese, in ribasso del 9,2% dalla punta mensile del 5 dicembre.
Un esame più attento dei movimenti in entrata nei magazzini di Borsa rivela però che, pur tra volumi di entrata senza precedenti, a ogni arrivo simili quantità venivano registrate in uscita in tempi quasi altrettanto veloci nei cosiddetti warrant cancellati, tanto da far pensare che – se il flusso si fosse fermato o anche solo attenuato – l’effetto negativo sarebbe scemato la- sciando il passo a un mercato più stabile, perché libero da molte posizioni speculative al rialzo (chiuse con profitto durante i ribassi della scorsa settimana) e in teoria tecnicamente pronto ad assumerne altre.
Gli insoliti movimenti delle scorte Lme possono essere spiegati dall’andamento del mercato dei minerali concentrati, ossia della materia prima usata per la produzione di catodi: le importazioni in Cina si erano impennate negli ultimi mesi, perché le raffinerie locali avevano approfittato dell’aumento delle spese di trattamento (in pratica lo sconto sulla quotazione del rame a cui sono venduti i concentrati). Ai maggiori acquisti cinesi era seguito un naturale aumento della produzione di catodi, che a loro volta arrivando sul mercato avevano provocato una pressione ribassista sui premi (ossia i sovrappiù sulla quotazione del rame a cui sono venduti i catodi). I raffinatori cinesi hanno trovato più vantaggioso vendere a commercianti internazionali e questi ultimi – aiutati da bassi costi di finanziamento, noli favorevoli e incentivi da parte dei gestori di magazzini – hanno consegnato al Lme.
La recente riduzione delle spese di trattamento internazionali sembra tuttavia indicare che la fase di eccedenza di concentrati è alla fine, per cui dovrebbe cessare anche il fenomeno delle improvvise eccedenze visibili di catodi.