L’effetto Vivendi infiamma Mondadori
Giornata di forti acquisti in Piazza Affari su Mondadori. Nella seduta di ieri l’azione del gruppo di Segrate ha toccato il picco annuale a 1,2 euro (segnando un balzo superiore al 10%) per poi concludere le contrattazioni a 1,158 euro, in progresso del 6,93%. Buoni i volumi che hanno superato i 2 milioni di pezzi scambiati, al di sopra della media registrata dal titolo. Un andamento simile si era registrato anche martedì alla riapertura delle Borse dopo la pausa natalizia, portando così la crescita complessiva di questa settimana attorno al 14%.
Il risveglio improvviso del titolo è stato associato dagli operatori a speculazioni sull’intera galassia di Silvio Berlusconi alla luce della battaglia con Vivendi per il controllo di Mediaset. Ma in realtà la società non è scalabile. Si guarda anche alle prossime mosse sul fronte delle acquisizioni.
pGiornata di forti acquisti in Piazza Affari su Mondadori. Nella seduta di ieri l’azione del gruppo di Segrate ha toccato il picco annuale a 1,2 euro (segnando un balzo superiore al 10%) per poi concludere le contrattazioni a 1,158 euro, in progresso del 6,93%. Buoni i volumi che hanno superato i 2 milioni di pezzi scambiati, decisamente al di sopra della media registrata dal titolo. Un andamento simile si era registrato anche martedì alla riapertura delle Borse dopo la pausa natalizia, portando così la crescita complessiva di questa settimana attorno al 14%.
Il risveglio improvviso del titolo è stato associato dagli operatori a speculazioni sull’intera galassia di Silvio Berlusconi. Questo alla luce del confronto in atto su Mediaset tra la holding del Cavaliere e i francesi di Vivendi, oggi secondi azionisti dopo Fininvest con una quota del 29,94% dei diritti di voto.
Mondadori non appare comunque scalabile: secondo gli ultimi aggiornamenti Consob, Fininvest la controlla saldamente con oltre la metà delle quote (esattamente il 50,3% del capitale) mentre secondo azionista del gruppo sono i fondi Silchester con l’11,5%. Dunque, almeno sulla carta, sembra non esserci spazio per eventuali incursioni straniere. Secondo gli addetti ai lavori, ad ogni modo, nessun particolare motivo sarebbe alla fonte di questo grande risveglio di fine 2016. Piuttosto, alla base degli acquisti potrebbero esserci riposizionamenti da parte dei fondi a fine anno.
La casa editrice presieduta da Marina Berlusconi è infatti passata sul segmento Star di Borsa Italiana a fine novembre e in quell’occasione l’amministratore delegato Ernesto Mauri aveva dichiarato che il 2016 per il gruppo è stato «un anno di svolta». «Ha cambiato la storia della nostra società», aveva sottolineato Mauri, «negli ultimi mesi abbiamo proseguito nella focalizzazione sul core business, Libri e Magazine, anche attraverso due significative acquisizioni, Rizzoli Libri e Banzai Media, rese possibili grazie alla solidità finanziaria raggiunta». Non solo. Secondo l’ad proprio con il passaggio al segmento Star sarebbe iniziato «un nuovo percorso finalizzato a un ulteriore sviluppo delle relazioni con il mercato e con gli investitori italiani e internazionali», in grado di consentire «al Gruppo Mondadori una sempre maggiore visibilità delle attività aziendali». Inoltre Mauri, in una intervista rilasciata al Sole24 Ore lo scorso 9 novembre aveva annunciato che il gruppo era al lavoro sul piano triennale, migliorativo rispetto al precedente, ma soprattutto che il gruppo deve ora crescere all’estero: «Dobbiamo guardarci intorno - aveva dichiarato - e diventare ancora più internazionali».