A portata di mano la parità euro-dollaro
Come si muoverà il mercato nei prossimi mesi
Dollaro e Federal Reserve rimarranno probabilmente ancora indiscussi re dei mercati nel 2017. Consenso - degli analisti - vuole che la parità tra la valuta americana e l'euro sia a portata di mano, dopo che la divisa unica europea ha già ceduto quasi il 3% nell'ultimo anno assediata da preoccupazioni politiche - il breakup dell'Ue - ed economico-finanziarie - crescita asfittica e banche in affanno. Questo mentre gli Stati Uniti, nel conto alla rovescia verso Capodanno, hanno invece ricevuto iniezioni di ottimismo dai dati economici e, per ora, dall'elezione di Trump alla Casa Bianca con le sue promesse di deregulation, riduzioni delle tasse, aumenti degli investimenti infrastrutturali. E, ultima ma cruciale, dalla Fed stessa: Janet Yellen e colleghi hanno non tanto finalmente effettuato una stretta piu' volte annunciata e ritrattata, quanto deciso una imprevista “stretta” ai loro pronostici: fino a tre rialzi dei tassi di interesse nei prossimi dodici mesi. Abbastanza, una simile miscela, da innescare un rally dell'8% nel dollaro dal giorno delle urne a oggi.
Questi trend e queste previsioni dovrebbero trovare conferme nell'anno che verrà. Elezioni incerte in Europa minacciano di tenere alte le tensioni sull'euro. E il rally dollaro è generale: la sterlina britannica dopo il voto per Brexit ha ormai ceduto il 17% sul biglietto verde e rimarrà sotto pressione in attesa dei piani sull'uscita di Londra dalla UE. Il dollaro potrebbe continuare a rafforzarsi anche sullo yen giapponese dopo aver guadagnato il 15% in tre mesi pur rimanendo in calo del 3,3% nel 2016. Mentre l'indice ICE Dollar Index, che lo misura al cospetto di un paniere di divise internazionali, sta per chiudere il quarto anno positivo consecutivo con un rialzo del 3,5% che lo ha portato ai massimi dal 2002 e promette a sua volta di proseguire.
Un analista valutario di FXTM, Lukas Otunuga, ha riassunto efficacemente il clima guardando al 2017: «Il sentimento rimane fermamente bullish - rialzista - sul dollaro con investitori calamitati da un cocktail di statistiche positive statunitensi, da indicazioni piu' da falchi sui tassi da parte della Banca centrale e da aspettative di miglioramenti dell'espansione». Non e' il solo a pensarla così. «La Fed alzerà ancora i tassi mentre la Bce li manterrà negativi» sentenzia Mickey Levy di Berenberg, pur precisando che di quanto sarà la stretta dipenderà dalla forza reale e non immaginata dell'economia.
Non mancano, pero', sfide che possono condizionare e forse scardinare un percorso che sembre fin troppo lineare e gli investitori faranno bene a tenerle a mente. L'ottimismo eccessivo su economia e normalizzazione della politica monetaria è stata una malattia frequente, che ha contagiato anche la Fed. E se c'è chi crede siano in cantiere strette superiori al previsto, come il guru Mohamed El-Erian - «se non saranno tre e perché saranno più di tre» - c'è chi avverte come troppe scalate del dollaro possano alla fine danneggiare export, bilanci aziendali e crescita americana - nonchè scuotere Cina e Paesi emergenti - fermando la mano di Yellen. Le piazze future, forse per questo, non prevedono nuove strette fino a giugno. Giocare sui mercati e sulla Fed, insomma, resterà di sicuro un esercizio volatile e rischioso, anche nel 2017.