Putin: «Noi non espelleremo nessuno»
Il presidente russo rinuncia a reagire alle sanzioni volute da Obama per le sospette interferenze nel voto Un segnale di distensione per Trump: «È con lui che definiremo i prossimi passi»
Non ci saranno scambi romanzeschi stile Checkpoint Charlie o Glienicker Brücke, e non solo perché, più prosaicamente, sarà un aereo russo ad andare a prendere negli Stati Uniti i 35 agenti espulsi che in questi giorni di feste pare facessero una gran fatica a trovare i biglietti di solo ritorno per Mosca entro le 72 ore in cui devono lasciare il Paese. Nessuno scambio perché Vladimir Putin ha risposto alle sanzioni firmate giovedì sera da Barack Obama con un colpo a sorpresa, che lascia capire quanto il Cremlino intenda scommettere sulla prossima presidenza Trump. Che, è l’accusa dell’amministrazione Obama, i russi hanno fatto di tutto per rendere possibile. A partire dai cyberattacchi sui server del Partito democratico.
«Consideriamo una provocazione i passi ostili compiuti dall’amministrazione americana uscente - ha chiarito Putin attraverso una dichiarazione pubblicata venerdì sul sito del Cremlino -, rivolti a indebolire ulteriormente il legame tra Stati Uniti e Russia... La Russia avrebbe ragione di rispondere a tono. Ma pur avendone diritto, non faremo ricorso a una diplomazia amatoriale irresponsabile. Invece, definiremo i nostri prossimi passi volti a ristabilire le relazioni Russia-Usa sulla base delle politiche dell’amministrazione Trump».
Un messaggio lanciato al futuro presidente americano, che ha subito applaudito il gesto di Putin con un tweet: «Grande mossa! Ho sempre pensato che è in gamba!». E tuttavia, fin dall’inizio Trump si ritroverà a dover scegliere tra le posizioni del proprio partito - repubblicani più che favorevoli a mantenere le sanzioni contro Mosca - e la voglia di disgelo con Putin. Il quale venerdì mattina ha respinto la proposta del proprio ministro degli Esteri Serghej Lavrov - che appellandosi alle leggi della reciprocità nelle relazioni diplomatiche chiedeva l’espulsione di 35 americani dalla Russia - in attesa di Trump: nessuna espulsione. «Non creeremo alcun problema ai diplomatici americani - ha detto Putin -. Non manderemo via nessuno... Inoltre, invito tutti i figli dei diplomatici americani accreditati in Russia ai festeggiamenti per il Nuovo Anno e il Natale dei bambini al Cremlino». L’ultimo pensiero è per Obama: «È un peccato che- l’amministrazione concluda il mandato in questo modo. E tuttavia porgo al presidente Obama e alla sua famiglia i miei auguri di Buon Anno, così come al presidente eletto Donald Trump e al popolo americano».
Le sanzioni con cui il presidente Obama ha reagito alle sospette interferenze russe nelle elezioni presidenziali americane riguardano, oltre ai 35 agenti sotto copertura diplomatica espulsi, le due agenzie russe di intelligence: Fsb (i servizi di sicurezza eredi del Kgb) e soprattutto Gru, l’intelligence militare, ritenuta il principale responsabile per le interferenze nel processo elettorale. Le sanzioni puntano a bloccare l’accesso al sistema finanziario internazionale. Nel mirino anche tre compagnie “cybercriminali” che, secondo Obama, «hanno fornito supporto materiale all’offensiva informatica del Gru». L’Fbi ha anche reso pubblico un rapporto con la documen- tazione tecnica che espone strumenti e infrastrutture utilizzati dagli hacker russi in quella che è stata battezzata operazione “Grizzly Steppe”. Inoltre, oltre alla chiusura di due compound sospettati di coprire attività di intelligence, Obama ha anticipato ulteriori mosse «dove e quando decideremo noi, cose che in parte non verranno pubblicizzate».
«Noi partiamo dal presupposto che queste decisioni sono state prese dal presidente Obama, ma fra tre settimane sarà Trump il capo dello Stato», ha constatato Dmitrij Peskov, portavoce di Putin. E Trump, che ha commentato affermando che «è tempo per il nostro Paese di occuparsi di cose migliori e più grandi», ha però aggiunto che la settimana prossima incontrerà i dirigenti delle agenzie di intelligence americane per essere messo al corrente dei fatti, mentre il suo staff chiarisce che non sono previsti nell’immediato incontri con Putin.
Se le sanzioni sono in grado di complicare un potenziale “reset” di Trump con la Russia, spiega Zachary Witlin di Eurasia Group, «non lo faranno assolutamente deragliare. Trump è determinato a migliorare i rapporti con la Russia. Le rivelazioni dell’intelligence spingeranno i “falchi” al Congresso e nell’amministrazione Trump a premere contro un’abolizione esplosiva delle sanzioni. Che però prevediamo possano venire allentate, a un certo punto nel corso del 2017, insieme a quelle per la crisi ucraina». La vera vittima delle sanzioni di Obama, ora che Gru e Fsb sono stati messi in una “lista nera”, sarà la collaborazione tra Stati Uniti e Russia nella lotta al terrorismo: quel minimo di condivisione di informazioni che era forse uno dei pochi ambiti di cooperazione rimasti.
NON PIÙ OCCHIO PER OCCHIO Invece di cacciare dalla Russia 35 diplomatici Usa Putin ha invitato i loro figli al Cremlino: «Mi dispiace che con Obama finisca così»