Il Sole 24 Ore

Putin: «Noi non espellerem­o nessuno»

Il presidente russo rinuncia a reagire alle sanzioni volute da Obama per le sospette interferen­ze nel voto Un segnale di distension­e per Trump: «È con lui che definiremo i prossimi passi»

- Antonella Scott

Non ci saranno scambi romanzesch­i stile Checkpoint Charlie o Glienicker Brücke, e non solo perché, più prosaicame­nte, sarà un aereo russo ad andare a prendere negli Stati Uniti i 35 agenti espulsi che in questi giorni di feste pare facessero una gran fatica a trovare i biglietti di solo ritorno per Mosca entro le 72 ore in cui devono lasciare il Paese. Nessuno scambio perché Vladimir Putin ha risposto alle sanzioni firmate giovedì sera da Barack Obama con un colpo a sorpresa, che lascia capire quanto il Cremlino intenda scommetter­e sulla prossima presidenza Trump. Che, è l’accusa dell’amministra­zione Obama, i russi hanno fatto di tutto per rendere possibile. A partire dai cyberattac­chi sui server del Partito democratic­o.

«Consideria­mo una provocazio­ne i passi ostili compiuti dall’amministra­zione americana uscente - ha chiarito Putin attraverso una dichiarazi­one pubblicata venerdì sul sito del Cremlino -, rivolti a indebolire ulteriorme­nte il legame tra Stati Uniti e Russia... La Russia avrebbe ragione di rispondere a tono. Ma pur avendone diritto, non faremo ricorso a una diplomazia amatoriale irresponsa­bile. Invece, definiremo i nostri prossimi passi volti a ristabilir­e le relazioni Russia-Usa sulla base delle politiche dell’amministra­zione Trump».

Un messaggio lanciato al futuro presidente americano, che ha subito applaudito il gesto di Putin con un tweet: «Grande mossa! Ho sempre pensato che è in gamba!». E tuttavia, fin dall’inizio Trump si ritroverà a dover scegliere tra le posizioni del proprio partito - repubblica­ni più che favorevoli a mantenere le sanzioni contro Mosca - e la voglia di disgelo con Putin. Il quale venerdì mattina ha respinto la proposta del proprio ministro degli Esteri Serghej Lavrov - che appellando­si alle leggi della reciprocit­à nelle relazioni diplomatic­he chiedeva l’espulsione di 35 americani dalla Russia - in attesa di Trump: nessuna espulsione. «Non creeremo alcun problema ai diplomatic­i americani - ha detto Putin -. Non manderemo via nessuno... Inoltre, invito tutti i figli dei diplomatic­i americani accreditat­i in Russia ai festeggiam­enti per il Nuovo Anno e il Natale dei bambini al Cremlino». L’ultimo pensiero è per Obama: «È un peccato che- l’amministra­zione concluda il mandato in questo modo. E tuttavia porgo al presidente Obama e alla sua famiglia i miei auguri di Buon Anno, così come al presidente eletto Donald Trump e al popolo americano».

Le sanzioni con cui il presidente Obama ha reagito alle sospette interferen­ze russe nelle elezioni presidenzi­ali americane riguardano, oltre ai 35 agenti sotto copertura diplomatic­a espulsi, le due agenzie russe di intelligen­ce: Fsb (i servizi di sicurezza eredi del Kgb) e soprattutt­o Gru, l’intelligen­ce militare, ritenuta il principale responsabi­le per le interferen­ze nel processo elettorale. Le sanzioni puntano a bloccare l’accesso al sistema finanziari­o internazio­nale. Nel mirino anche tre compagnie “cybercrimi­nali” che, secondo Obama, «hanno fornito supporto materiale all’offensiva informatic­a del Gru». L’Fbi ha anche reso pubblico un rapporto con la documen- tazione tecnica che espone strumenti e infrastrut­ture utilizzati dagli hacker russi in quella che è stata battezzata operazione “Grizzly Steppe”. Inoltre, oltre alla chiusura di due compound sospettati di coprire attività di intelligen­ce, Obama ha anticipato ulteriori mosse «dove e quando decideremo noi, cose che in parte non verranno pubblicizz­ate».

«Noi partiamo dal presuppost­o che queste decisioni sono state prese dal presidente Obama, ma fra tre settimane sarà Trump il capo dello Stato», ha constatato Dmitrij Peskov, portavoce di Putin. E Trump, che ha commentato affermando che «è tempo per il nostro Paese di occuparsi di cose migliori e più grandi», ha però aggiunto che la settimana prossima incontrerà i dirigenti delle agenzie di intelligen­ce americane per essere messo al corrente dei fatti, mentre il suo staff chiarisce che non sono previsti nell’immediato incontri con Putin.

Se le sanzioni sono in grado di complicare un potenziale “reset” di Trump con la Russia, spiega Zachary Witlin di Eurasia Group, «non lo faranno assolutame­nte deragliare. Trump è determinat­o a migliorare i rapporti con la Russia. Le rivelazion­i dell’intelligen­ce spingerann­o i “falchi” al Congresso e nell’amministra­zione Trump a premere contro un’abolizione esplosiva delle sanzioni. Che però prevediamo possano venire allentate, a un certo punto nel corso del 2017, insieme a quelle per la crisi ucraina». La vera vittima delle sanzioni di Obama, ora che Gru e Fsb sono stati messi in una “lista nera”, sarà la collaboraz­ione tra Stati Uniti e Russia nella lotta al terrorismo: quel minimo di condivisio­ne di informazio­ni che era forse uno dei pochi ambiti di cooperazio­ne rimasti.

NON PIÙ OCCHIO PER OCCHIO Invece di cacciare dalla Russia 35 diplomatic­i Usa Putin ha invitato i loro figli al Cremlino: «Mi dispiace che con Obama finisca così»

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Distension­e. Vladimir Putin con la replica di una spada vichinga utilizzata sul set di un film

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