Più credito ai privati per una crescita sana
La Cina ha bisogno di cambiamenti che portino a una distribuzione più equa delle risorse nell’economia
In un periodo in cui gli Usa sembrano decisi a chiudersi in loro stessi, la performance economica della Cina assume una grande importanza globale. Uno dei fattori esterni più decisivi sarà il rapporto che Pechino allaccerà con gli Usa di Trump. In linea teorica, i due governi potrebbero lavorare insieme per definire e negoziare accordi commerciali e di investimento di reciproco interesse. Altra possibilità da non escludere è che si arrivi al risultato opposto: un’escalation di controversie commerciali e di investimento.
In Asia un fattore fondamentale è il progredire nella regione di accordi commerciali e di investimento trainati dalla Cina. Quarto fattore esterno da considerare sono i tassi di cambio. Oggi, il renminbi fa fronte a forti pressioni di deprezzamento, provocate da un’impennata nei flussi in uscita di capitale. Intanto, il dollaro si rafforza in previsione della manovra di politica fiscale espansiva voluta da Trump.
Tuttavia, la Cina dovrà affrontare varie sfide interne, tra le quali un indebolimento nell’economia reale e nel settore privato, un eccesso della capacità produttiva, un sovrabbondante rapporto di indebitamento, e un aumento consistente dei prezzi nel settore immobiliare. Sono nodi che affondano le radici in buona parte nei sempre più preoccupanti problemi del settore finanziario.
La banca centrale cinese sta immettendo molta liquidità nel mercato, per alleggerire i vincoli finanziari di aziende e industrie del settore produttivo privato. Ma il meccanismo di trasmissione della politica monetaria si è rotto. Le banche cinesi, invece, continuano ad allocare credito per lo più alle grandi aziende di proprietà statale e ai veicoli di finanziamento dei governi locali.
Così, il credito al settore statale finisce con lo sfociare non in investimenti in grado di dare impulso alla produttività, ma nel mercato immobiliare (alimentando una bolla dei prezzi) e nelle industrie con capacità produttive in eccesso (alimentando ulteriore capacità produttiva in eccesso e consentendo alle aziende di eludere i pro- cessi di ristrutturazione). Mentre i governi locali usano prestiti a basso costo per costruire infrastrutture; e, dopo decenni di realizzazione delle infrastrutture, i rendimenti marginali sono in netto calo.
Le aziende statali potrebbero fare ricorso al sistema bancario ombra per ridare in prestito a tassi di interesse più alti il denaro a buon mercato che hanno ricevuto, alle aziende private. Mentre il tasso di interesse di un prestito annuale nel sistema bancario si aggira attorno al 5%, in media il tasso di interesse annuo nel mercato bancario ombra informale di Wenzhou è del 16%. Questa situazione mette a repentaglio l’economia. Le banche stanno salvando le aziende dalla bancarotta, mentre le società private continuano a essere oppresse.
La classe dirigente cinese sa questo da tempo, e ha messo a punto un’agenda per riformare le aziende statali, lasciando briglia sciolta alle potenzialità del settore privato. Tutto è ancora in corso. Convincere le banche a erogare prestiti alle imprese private, invece che alle aziende statali e ai governi locali, richiederà cambiamenti strutturali sostan- ziali nell’economia cinese.
Per le istituzioni finanziarie, gruppi statali e governi locali sono un rischio inferiore rispetto alle aziende private, a prescindere da quanto siano poco competitive o poco finanziate con capitali in prestito.
Tenuto conto che le aziende private non godono di tutele formali simili ad aziende statali e governi locali e quindi devono giocare su un terreno neanche lontanamente paragonabile, devono essere più produttive e più competitive dei gruppi statali. Anche in tal caso, se le aziende statali con le quali sono in concorrenza arrancano troppo, sono vulnerabili nei confronti di cambiamenti politici che aumentano ancora di più il loro svantaggio competitivo.
In parole povere, il pregiudizio del settore finanziario cinese favorevole alle aziende di Stato contribuisce a determinare buona parte dei rischi più seri coi quali dovrà vedersela l’economia cinese. Il riconoscimento di questi rischi da parte degli investitori potrebbe essere uno dei motori trainanti per l’uscita dei capitali, il che implica che gli incentivi aberranti nel sistema finanziario stanno contribuendo anche a esercitare pressioni verso il basso del tasso di cambio.
Negli ultimi anni la Cina ha compiuto numerosi e importanti passi avanti per attuare le riforme che hanno dato forti incentivi ai consumi privati interni. E, malgrado le barriere che deve superare, il settore privato del Paese è diventato estremamente dinamico e innovativo. Le riforme precedenti stanno iniziando a dare risultati e ciò ha contribuito a sostenere la crescita economica.
In ogni caso, affinché la Cina raggiunga rapidamente una crescita più resiliente, sarà indispensabile che riesca a fare piazza pulita dei pregiudizi, delle protezioni, e delle garanzie implicite che favoriscono le aziende di Stato nel mercato e nel sistema finanziario. Soltanto allora la politica monetaria sarà in grado di conseguire il suo obiettivo: favorire investimenti produttivi, l’innovazione, un aumento graduale delle aziende del settore privato e la crescita dell’economia reale.