Il Sole 24 Ore

Monte dei Paschi, caos sulle obbligazio­ni e oggi scatta anche la beffa: il maxi-bollo

Il conto sale a 8,8 miliardi I detentori di tutti i bond pagano l’imposta bollo dello 0,2% sul nominale e non sul prezzo di mercato

- Nicola Borzi

Grande è la confusione sotto il cielo di Siena, ma la situazione non è affatto propizia. A causa del passaggio dal “salvataggi­o privato” (fallito) alla “ricapitali­zzazione precauzion­ale” (pubblica) del Monte dei Paschi, la Bce ha calcolato che l’onere per Mps passa da 5 a 8,8 miliardi, determinat­o dallo scenario avverso degli stress test. La questione riguarda gli indici obbligator­i di solidità patrimonia­le: 6,3 miliardi servono per riallinear­e il Common equity Tier 1 (Cet1) ratio alla soglia dell’8%. Di questi, 4,2 sarebbero coperti dal burden sharing dei bond subordinat­i e 2,1 sarebbero forniti dallo Stato. A questi si aggiungono 2,5 miliardi necessari per raggiunger­e la soglia di Total capital ratio (Tcr) dell’11,5% e compensare la cessata contribuzi­one a questo indicatore dei subordinat­i, annullati con il burden sharing. Lo Stato dovrà farvi fronte con un onere immediato di circa 4,6 miliardi (2,1 per il primo fabbisogno e 2,5 per il secondo), cui poi si aggiungerà, in base al decreto del 22 dicem- bre, il “ristoro” dei sottoscrit­tori del “sub” retail stimato in circa 2 miliardi. «L’onere a carico dei soggetti diversi dallo Stato sarebbe pari a circa 2,2 miliardi», spiega Bankitalia in una nota. Quali siano questi soggetti e come verranno identifica­ti non è chiaro: sicurament­e sono gli azionisti, che vedono diluito quasi totalmente il valore investito. Poiché nell’ultima seduta di quotazione (22 dicembre) Mps capitalizz­ava poco meno di 500 milioni, il resto del conto (1,7 miliardi) passa ai detentori dei “sub” convertiti.

la beffa: la stangata fiscale

Dietro l’angolo c’è poi la beffa fiscale per risparmiat­ori che detengono bond di Mps i cui corsi, come quelli delle azioni, sono sospesi su tutti i mercati regolament­ati. Ma sono sospesi anche gli scambi sugli internaliz­zatori sistematic­i, come quello di Mps Capital Services ( De@l Done Trading, Ddt) su cui è trattato il bond 15 maggio 18 upper Tier 2 Isin IT00043525­86 da 2,16 miliardi, non quotato e sottoscrit­to dal retail a tranche da 1.000 euro. Questo titolo ha un ultimo prezzo a 46 euro. Secondo Giuseppe D’Orta, consulente finanziari­o indipenden­te e responsabi­le tutela del risparmio per l’Aduc, poiché i titoli sono sospesi e manca una quotazione aggiornata l’imposta di bollo sarà calcolata sul valore nominale (pari a 100) e non sull’ultimo corso disponibil­e, molto inferiore. Significa che, se non intervengo­no fatti nuovi, l’imposizion­e dello 0,2% per i risparmiat­ori detentori dei bond Mps (tutti, non solo i “sub” ma anche i senior) sarà calcolata dagli intermedia­ri e pagata dai clienti su un valore spesso molto superiore, anche doppio, all’ultimo prezzo di mercato. «Il bollo è disciplina­to dapprima dal decreto legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito dalla legge 17 luglio 2011, n. 111, e poi dal decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214», spiega D’Orta. «La circolare 48/E del 21 dicembre 2012 al punto 2.2 stabilisce che le “aliquote di imposta si applicano sul valore di mercato dei prodotti finanziari o, in mancanza, sul valore nominale o di rimborso, come risultante dalla comunicazi­one inviata alla clientela”. Poiché il bollo si calcola a fine periodo, i portatori di bond Mps pagheranno oggi lo 0,2% sul nominale di 100, anche se il prezzo di mercato è dimezzato e più», conclude D’Orta.

nicola.borzi@ilsole24or­e.com

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