Il Sole 24 Ore

La sostenibil­ità? È un asset

I temi green e sociali hanno un’importanza sempre crescente

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Il nuovo presidente degli Stati Uniti non ha un grande feeling con i temi della sostenibil­ità. Nell'intervista di metà novembre al New York Times, Donald Trump sembra aver fatto una mezza marcia indietro. Ha dichiarato di avere una “open mind”, una mente aperta su tali temi. Le nomine ai vertici del suo staff sembrano però andare in direzione contraria. Vedremo a gennaio quando vi sarà l'insediamen­to alla Casa Bianca. Nei fatti, in tutto il mondo, l'evento parigino del dicembre 2015 (Cop21), ha cambiato il modo di intendere i temi della sostenibil­ità in particolar­e per quanto riguarda il contenimen­to del riscaldame­nto globale. Sono stati firmati dei trattati sul climate change che impegnano anche gli Stati Uniti e la Cina. E a livello di aziende e di società di gestione. Che importanza hanno nelle strategie di investimen­to i temi green, sociali e di corporate governance?

Berglund: Hanno una grossa im- portanza. Ormai si cerca sempre di più di inglobare questi tipi di criteri all'interno delle scelte delle società. E' la strategia di Comgest. Per noi, per esempio, è stato molto più facile oggi includere le aziende nipponiche in portafogli­o: sul versante corporate governance, infatti, Giappone e anche Cina sono stati storicamen­te dei Paesi estremamen­te difficili per i nostri investimen­ti. Attualment­e ci so- no dei veri e propri sforzi che vengono fatti. Il Giappone sta ora cercando di pensare anche gli interessi degli investitor­i più piccoli e sta cominciand­o a distribuir­e i dividendi. Noi, per esempio, nella nostra analisi dei titoli abbiamo due analisti totalmente dedicate a questi aspetti. Quindi per noi il tema della sostenibil­ità è fondamenta­le e fa parte della gestione.

Franco: Stiamo assistendo negli ultimi anni a un trend, che ora è anche abbastanza marcato, di una domanda crescente da parte dei risparmiat­ori di investimen­ti che sempre più facciano attenzione alla sostenibil­ità da un lato e in generale all'investimen­to etico. Quindi diciamo che quella etica è una “famiglia di strategie” e nella nostra società di gestione sta crescendo molto. Da poco si è chiusa una finestra di ricollocam­ento e avevamo tre prodotti in collocamen­to: quello che ha raccolto di più è un prodotto bilanciato etico. Quindi sicurament­e anche l'investitor­e retail italiano sta cominciand­o a domandare una maggiore partecipaz­ione diretta all'investimen­to in questa società. Il mondo istituzion­ale da tanto tempo sta cercando di rispondere a questa esigenza .

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