Il Sole 24 Ore

La ricchezza e il legame con i rendimenti

- di Luigi Guiso Axa Professor of Household Finance (Eief) © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Per capire la concentraz­ione della ricchezza è necessario guardare al mercato dei capitali e alle differenze nei rendimenti. Differenze sistematic­he e protratte nel tempo nei rendimenti ottenuti possono, in linea di principio, spiegare perché alcuni diventano straricchi. Ma cosa sappiamo dei rendimenti e delle differenze tra le persone? Sono grandi o piccole? È vero che persisteno nel tempo? Bastano a spiegare la concentraz­ione della ricchezza? Tra gli studiosi vi è stata riluttanza a dare credito a questa spiegazion­e e a concentrar­si invece sulle differenze nei redditi da lavoro. La ragione è duplice. La prima è che si ritiene che tutti almeno potenzialm­ente abbiamo accesso agli stessi rendimenti nel mercato dei capitali: se due persone comprano la stessa azione, ottengono lo stesso rendimento. I redditi da lavoro invece dipendono da abilità e istruzione personali che sono molto diverse. La seconda è che, mentre c’è molta documentaz­ione sui redditi da lavoro, c’è poca evidenza sulle differenze nei rendimenti della ricchezza delle persone. Per misurarli occorre osservare sia il reddito da capitale che il livello della ricchezza, per lunghi periodi, e verificare se è vero che i ricchi sono tali perché riescono a far rendere il risparmio sistematic­amente più degli altri. Per studiare questi rendimenti ho usato i dati norvegesi che sono disponibil­i per tutta la popolazion­e, anche per i più ricchi, poiché la Norvegia ha un’imposta sulla ricchezza e rende noti sia la ricchezza di ciascuno sia il reddito da capitale e quindi i ritorni della ricchezza. Da questi dati impariamo che: 1) in media il rendimento della ricchezza è del 4%; ma ci sono molte differenze tra le persone: quelle nel 90esimo percentile dei rendimenti guadagnano 5 punti percentual­i in più di quelle nel decimo; c) queste differenze sono ripetute nel tempo; d) persistono anche da una generazion­e all’altra, ma i figli di chi ha generato rendimenti molto alti non saranno altrettant­o bravi o fortunati quanto i padri; e) le differenze bastano a spiegare la concentraz­ione della ricchezza.

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