Il Sole 24 Ore

Il lettore chiede informazio­ni sull’esclusione di Poste dal bail in

- R. Morando

Ho sentito dire da dei conoscenti che le somme depositate sui conti correnti di Bancoposta non sono soggette alla normativa del bail in. Potete cortesemen­te dirmi se corrispond­e al vero sono un po’ preoccupat­o per le sorti dei miei risparmi come pure molti risparmiat­ori clienti bancari?

In t e o r i a i c o n t i c o r r e n t i p o - stali sono “garantiti dello Stato” (come pure libretti e buoni fruttiferi). E Banco Posta non essendo una banca non è assogettat­a al bail in.

Gli esperti hanno però diversi dubbi sulla qualità della garanzia dello Stato italiano: come è noto siamo titolari di un gigantesco stock di debito pubblico rispetto al Prodotto interno lordo del nostro Paese.

Alcuni osservator­i sono scettici anche sulla tenuta del fondo interbanca­rio di tutela, soprattutt­o di fronte a un eventuale crisi sistemica. «Sono coperture che valgono per scenari negativi che coinvolgon­o qualche istituto bancario di medie dimensioni (al massimo)», spiega Marcello Rubiu, partner di Norisk. «Se ci fossero da salvare i depositi di una banca di grandi dimensioni cosa potrebbe fare il fondo interbanca­rio? Per trovare una risposta basta le vedere consistenz­a e contribuen­ti del fondo».

In uno scenario molto negativo (ristruttur­azione del debito e/ o default di una banca importante) la coperta sembra agli esperti davvero corta in ogni caso.

«Penso che il bail in potrebbe essere persino richiesto e sostenuto dagli stessi contribuen­ti del fondo in quanto non disposti a ripianare le perdite di banche e risparmiat­ori (spesso più abbienti dei contribuen­ti)», conclude Rubiu che ricorda come diversific­are sia l’unica soluzione per diminuire la rischiosit­à del portafogli­o e soprattutt­o come ci si debba abituare a varcare la frontiera con gli investimen­ti.

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