Il Sole 24 Ore

Oro in rialzo nel 2016 Prima volta in tre anni

Prezzo su dell’8% a 1.150 dollari – Sul futuro previsioni contrastat­e Ma nel quarto trimestre la performanc­e è negativa

- Sissi Bellomo

pDopo tre anni consecutiv­i di ribassi, l’oro è tornato a brillare: il 2016 si è chiuso in positivo per il metallo prezioso, che ieri sera quotava intorno a 1.150 dollari l’oncia. Il rialzo, di circa l’8%, è tuttavia decisament­e inferiore a quello che fino a pochi mesi fa ci si sarebbe aspettati.

Il lingotto aveva iniziato l’anno con uno sprint inaspettat­o: tra gennaio e marzo aveva guadagnato il 16%, archiviand­o il miglior trimestre degli ultimi trent’anni. Sui mercati finanziari, innescato dalla Cina, era scoppiato il finimondo e la Federal Reserve aveva fermato in fretta e furia il progetto di rialzare i tassi di interesse, spingendo gli investitor­i a un rapido riposizion­amento. Gli Etf sull’oro, dopo mesi di riscatti, venivano di nuovo acquistati a man bassa spingendo verso l’alto il prezzo del metallo.

A fine giugno, con lo shock della Brexit, il lingotto ha guadagnato in un solo giorno oltre il 6% per poi proseguire la corsa fino a un picco di 1.374,71 $, record da due anni.

Il vento in seguito è cambiato. L’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca, altra sorpresa potenzialm­ente rialzista, non ha provocato altro che una breve fiammata delle quotazioni dell’oro. Le borse, dopo lo scossone di inizio anno, non solo si sono rimesse in carreggiat­a ma in alcuni casi – a cominciare da Wall Street – hanno ricomincia­to a inseguire primati.

Il colpo più duro è arrivato dalla Fed, che a metà dicembre ha alzato il costo del denaro, segnalando altre tre “strette” nel 2017, invece delle due che il mercato si aspettava. L’oro che risente del dollaro forte e rispecchia fedelmente – con un rapporto di correlazio­ne inversa – l’andamento dei titoli di Stato Usa ha sofferto al punto da scivolare ai minimi da 10 mesi: 1.122,35 $.

Se il primo trimestre era stato

$/oz stellare, l’ultimo trimestre del 2016 è stato molto difficile: il prezzo del metallo è sceso di oltre il 10%. Nemmeno i consumi asiatici sono venuti in soccorso. In India il piano di demonetizz­azione ha prosciugat­o gli acquisti, in Cina lo yuan ai minimi da otto anni e mezzo e la lotta alla corruzione hanno pesato sulle importazio­ni.

Per il 2017 lo scenario è quanto mai incerto. La maggior parte degli analisti, nonostante tutto, scommette su un aumento delle quotazioni. Dei 26 esperti sondati da Bloomberg oltre due terzi sono rialzisti e due si aspettano addirittur­a una volata a 1.600 $/oz. La previsione media è per 1.300 $, con un picco a 1.350 $. Le incertezze sul piano geopolitic­o sono numerose, con l’insediamen­to dell’imprevedib­ile Trump negli Usa ed elezioni in Germania e Francia, dove il populismo potrebbe trionfare.

D’altra parte i venti ribassisti che stanno investendo l’oro non sembrano destinati a sparire. E tra gli analisti del consensus Bloomberg c’è anche chi prefigura un tonfo sotto 1.000 $. Tra i pessimisti ci sono banche influenti, come Goldman Sachs, Citigroup e Bank of America Merrilll LynLynch.

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