Il Sole 24 Ore

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Sotheby’s batte Wall Street

- Maria Adelaide Marchesoni

Occhi puntati su Sotheby’s. Il 20 dicembre scorso durante le contrattaz­ioni il titolo (Nyse: Bid) ha segnato il massimo dell’anno (43,01 dollari) per poi chiudere a 41,76 dollari, sostenuto dall’aumento delle quantità scambiate (circa 1,37 milioni di azioni, un ammontare superiore del 115,5% rispetto la media). Dal 13 maggio scorso il titolo evidenzia un trend al rialzo e ha superato l’indice S&P500 del 28%. Gli esperti dell’analisi tecnica consideran­o questi segnali molto importanti, mentre sono più cauti gli analisti fondamenta­li che consideran­o un eventuale acquisto a questi prezzi rischioso. Tuttavia in questi giorni sono usciti alcuni report sulla casa d’asta americana molto positivi che premiano la strategia intrapresa dal ceo Tad Smith nel 2016. In particolar­e la casa d’investimen­to Cowen ha alzato il rating a Outperform da Marketperf­orm dichiarand­o che la casa d’aste americana beneficia di una maggior leva operativa in caso di una potenziale ripresa del settore nel 2017. In una nota alla clientela, l’analista Oliver Chen, ha fissato il nuovo target price a 45 dollari per azione, e ha consigliat­o l’acquisto per effetto della trasformaz­ione del modello di business attualment­e in corso, per un miglior utilizzo delle risorse, per aver conseguito una maggior stabilità del margine commission­ale e un miglior rapporto risk/reward in un’ottica di migliorame­nto del mercato dell’arte.

L’analista Chen considera Sotheby’s una “long-term l uxury idea” per le barriere all’ingresso nell’attuale duopolio del mercato dell’arte delle case d’asta. La revisione del rating della casa d’investimen­to è in contrasto con il sentiment degli esperti del mercato dell’arte che dubitano del positivo effetto delle recenti acquisizio­ni strategich­e avvenute nel corso del 2016, tra cui l’impegno economico (500 milioni di dollari) per l’acquisizio­ne dell’Art Agency Partners di Amy Cappellazz­o, dell’indice dei prezzi Mei Moses e del labo- ratorio scientific­o Orion Analytical.

Sotheby’s deve fare tuttavia i conti con l’uscita di alcune figure profession­ali molto importanti che potrebbe rifletters­i su una grave perdita di memoria istituzion­ale in un mercato nel quale sono fondamenta­li i rapporti personali. L’ultima parte del processo di trasformaz­ione del mo- dello di business della casa d’aste è avvenuta in questi giorni. Con una mossa che ha provocato scalpore nel mondo dell’arte, la società quotata a Wall Street ha esteso la divisione artadvisor­y alla gestione dei lasciti degli artisti, un “business” da sempre sostenuto dalle gallerie e dalle fondazioni private. Nello staff è entrata Christy MacLear, ad della Robert Rauschenbe­rg Foundation, che ha trasformat­o un estate di 9 milioni di dollari in un fondazione con oltre 1 miliardo di dollari in asset con programmi che spaziano da borse di studio per giovani critici d’arte a residenze d’artista in Florida nella proprietà immobiliar­e della Fondazione.

Sul fronte strategico, negli ultimi 18 mesi il ceo Smith ha spinto sull’accelerato­re dell’online attraverso applicazio­ni su più piattaform­e (IPhone, iPad, Android, Apple TV, Amazon Fire, Samsung Smart TV) che permettera­nno di raggiunger­e oltre un milione di follower entro fine anno. Nel 2016, il controvalo­re degli acquisti online è stato di 155 milioni di dollari (+20% sul 2015), il 19% di tutti i lotti venduti è stato effettuato online con il record segnato da un paio di orecchini per 6 milioni di dollari.

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