Forum dei gestori
Sarà richiesta maggiore trasparenza e le Sg r dovranno dialogare di più con i distributori nell’interesse dei clienti
La Mifid2 tiene banco di D’Angerio, Della Valle, Incorvati, Redaelli, Ursino
Il 2017 per l’industria del risparmio gestito sarà un anno di grandi manovre in vista dell’entrata in vigore della MIfid2 a inizio 2018. In particolare la cosiddetta disciplina della “product governance” impone alle case di gestione e ai distributori di prodotti finanziari di considerare l’interesse del cliente in ogni fase del processo produttivo e distributivo, prevenendo o limitando qualsiasi criticità per gli investitori sia nella fase di ideazione dei prodotti, sia durante tutta la vita degli stessi. La Mifid2 avrà quindi un impatto significativo sull’attività delle Sgr, che nei prossimi mesi dovranno apportare le opportune modifiche all’interno delle loro strutture organizzative.
Alfieri: L’arrivo della Mifid2 costringe inevitabilmente gli attori dell’industria del risparmio gestito a essere più pronti rispetto al passato nell’attività d’informativa al cliente. Sarà necessaria una maggiore trasparenza sia sulla qualità, sia sulle caratteristiche del fondo, non solo sui costi, soprattutto se prosegue la tendenza a proporre prodotti più complessi.
Faccio un esempio concreto: gli investitori italiani sono pesantemente esposti sull’obbligazionario che è l’asset class che presenta i maggiori elementi di criticità nell’immediato futuro. E se è vero che ci sarà l’ombrello protettivo della Bce, è anche vero che se la curva dei tassi americani dovesse progressivamente alzarsi sui 10 anni, anche in Europa sarà difficile mantenere l a linea di difesa. Bisognerà quindi vigilare molto attentamente sulle strategie di gestione delle esposizioni obbligazionarie che saranno sempre più flessibili. Ma un fondo obbligazionario flessibile il più delle volte contiene delle posizioni corte, messe in atto con derivati e quant’altro: concetti e strategie che è molto complicato spiegare alla clientela retail.
Possiamo quindi dire che il 2017 è un anno di preparazione verso uno scenario molto diverso rispetto al passato per chi confeziona i prodotti, per chi li vende e per chi li compra. Sotto questo profilo sarà un anno molto delicato. Solo all’interno della nostra casa di gestione ci sono 12 tavoli di lavoro in corso, con circa 100 persone che ci lavorano, perchè le implicazioni sull’operatività della Sgr e le interazioni con i distributori sono innumerevoli. A livello europeo stiamo lavorando per creare un framework, ovvero un’interfaccia che sia comune tra tutti gli interlocutori in modo che si capiscano immediatamante. Noi gestori saremo quindi chiamati a supportare ancora di più le reti distributive e fare maggiore formazione.
Rotti: La Mifid2 è una normativa invasiva, che comporterà per gli operatori finanziari notevoli sforzi di carattere formativo, informatico e di comunicazione. Lo spirito ultimo della direttiva va nella coerente direzione di allineare di più gli interessi degli intermediari con quelli dei clienti. La Mifid2 obbliga produzione e distribuzione a dialogare tra loro e con i clienti. E questo è un bene, perché porta la nostra industria a instaurare una re- lazione più costruttiva con l’investitore finale. La normativa, però, non è ancora così chiara sugli aspetti attuativi che sono drammaticamente complicati. Qui anche il ruolo di Assogestioni può essere importante, che già ha posto all’attenzione dell’Esma il tema del target di mercato per i fondi. Una questione che per le Sgr forse rappresenta la complessità maggiore, soprattutto quando a valle ha un numero elevato di distributori. Noi stiamo cercando di segmentare bene i prodotti presenti nella nostra gamma. Inoltre noi gestori stiamo rafforzando la collaborazione con il risk management, un dialogo che c’è sempre stato ma ora lo dobbiamo leggere in modo più chiaro, anche per tutti gli stress test, le analisi di scenario che andremo a realizzare sui vari prodotti, per qualificarli meglio nel loro profilo di rischio.
Franco: Lo spirito della Mifid2 prevede di tarare bene l’abito, rispetto a chi lo deve indossare. Questo è l’aspetto più delicato. Gli elementi cruciali per riuscire a strutturare un patto con il cliente finale che dia soddisfazione a tutti sono: trasparenza ed efficienza di costi da una parte, volatilità e budget di rischio dall’altra. Noi gestori dobbiamo “sacrificare” sempre più tempo per aiutare la rete a spiegare il prodotto al cliente, soprattutto quando i risultati sono sotto le aspettative.
Per esempio, negli ultimi mesi tra Brexit, referendum costituzionale ed elezione di Trump ho “dovuto” parlare con le reti, non tanto per rassicurarle, quanto per dare loro gli strumenti per consentire di leggere in un modo o in un altro i vari eventi. In un mondo sempre più incerto, non possiamo sempre centrare con le nostre scelte d’investimento il bersaglio giusto. Possiamo comunicare il metodo con cui prendiamo le decisioni, leggiamo gli eventi e l’intero processo d’investimento. Possiamo quindi illustrare come vengono prese determinate decisioni rispetto a un evento e questo aiuta anche a spiegare poi eventuali errori, per l’avverarsi di dinamiche diverse da quelle attese.
Carcaterra: La Mifid2 amplia e stressa una serie di concetti che erano già presenti nella versione della direttiva precedente, tutt’ora in vigore. Un processo di generazione dei prodotti ben strutturato, deve già tener conto delle tematiche rilevanti che derivano dall’interazione con le reti distributive.
La Mifid2 procede su questa linea e cerca un po’ di chiudere il cerchio con un’attenzione particolare al concetto di trasparenza che deve essere sempre maggiore nei confronti del cliente.