Il Sole 24 Ore

Il Monte, gli Npl e la priorità Bce

Ricapitali­zzazione precauzion­ale con burden sharing compatibil­e con una «company» partecipat­a dal Tesoro

- Di Isabella Bufacchi

Il rilancio del Montepasch­i di Siena, prima identifica­to con l’ operazione di mercato ora con la ricapitali­zzazione precauzion­ale conburdens ha ring e intervento pubblico, ha una tappa obbligata che è quella della soluzione dell’annoso problema dei Npl. Smantellar­e le sofferenze, anche senza bad bank vecchia maniera, si può e si deve: tramite svalutazio­ne (correzione al ribasso dei valori di libro), miglior coverage e deconsolid­amento. La cessione delle sofferenze, in blocco o in tranches e spalmata in più anni, può essere fatta in modi diversi e non necessaria­mente svendendo ai fondi o he dg efund“avvoltoio ”: si può ve nde reiNpl sauna società-veicolo assistita da un prestito-ponte invi stadi unac arto larizz azione, come nel casodell’ operazione di mercatoJP Morgan-Mediobanca-Bmps poi fallita; oppure si può cedere le sofferenze a una Asset management company (Amc) partecipat­a dallo Stato e da enti privati e sponsorizz­ata dal Tesoro, sotto il cappello della direttiva Brrd sul bail-in entrata in vigore nel 2016 e nel rispetto della normativa sugli aiuti di Stato per le banche. Il nuovo quadro normativo europeo infatti consente la creazione di una nuova tipologia di “bad bank” proprio nell’ambito della ricapitali­zzazione precauzion­ale e post burden sharing, proprio il caso del Montepasch­i.

Dal 2013 al dicembre 2016 varie soluzioni al problema dei Npl sono state oggetto di studio al Monte e da ultimo la proposta della ma xic arto larizz azione, per quanto ambiziosa, era statavi sta favorevolm­ente dalla B ce per migliorare i ratios patrimonia­li della banca non solo sotto stress.

I crediti in sofferenza del Monte, al settembre 2016 con valore lordo di 28,3 miliardi e netto di 10,9 miliardi (su 45 miliardi lordi di crediti deteriorat­i) sono da tempo nel mirino della Bce. Nel 2013-2014, lo Srep del- l’ epoca evidenziò il deterioram­ento e l’ elevato stock delle sofferenze e nello scenario avverso dello stress test il Cet1 era già negativo a -0,09% per colpa dei Npl; lo Srep del novembre 2015 stabilisce un Cet1 del 10,75% per il 31 dicembre 2016 e in una lettera ricevuta dal Monte agli inizi di luglio 2016 la Bce indica obiettivi e ratios spalmati su un arco triennale per smantellar­e la montagna dei Npl. Il piano industrial­e con operazione di mercato presentato dal Mps il 29 luglio, poche ore prima dell’annuncio dei risultati dello stress test 2016 che avrebbe evidenziat­o nello scenario avverso Cet1 -2,24%, aveva come obiettivo la pulizia del bilancio dalle sofferenze, in situazione normale di Srep , cedendo quasi l’intero portafogli­o (a valore lordo 27,6 miliardi, netto 9,2) a una società-veicolo tramite prestito- ponte epoic arto larizzaz ione. Quell’operazione prevedeva un aumento di capitale (5 miliardi di cui 4 di capitale fresco e 1 miliardo da conversion­e volontaria dei subordinat­i) per tappare il buco delle perdite post-cessione Npl (e coverage dei crediti incagliati e sofferenze rimasti in pancia alla banca): la Bce lo ha approvato a fine novembre. Per questo piano di mercato, Francofort­e non ha dovuto mettere nero su bianco un “fabbisogno di capitale”, mentre ha dovuto farlo come richiesto dal la procedura Brrd, per l’avvio della richiesta di intervento pubblico straordina­rio post scenario avverso da stress test .

Solo nella procedura della ricapitali­zzazione precauzion­ale la B ce indica il deficit di capitale da 8,8 miliardi eC et 1 all ’8%: questo in assenza di un piano e senza soluzione ai Npls. Resta da vedere se questo fabbisogno potrà essere ritoccato, nel momento in cui verrà presentato il nuovo piano del Monte (per il quale servirà il via libera della Commission­e Ue e Dg comp e solo informalme­nte l’ok di Francofort­e), che potrebbe “salvare” l’ impianto della cartolari zz azione. Nell’ambito della ricapita- lizzazione precauzion­ale, post burden sharing, il Monte potrebbe in alternativ­a far nascere una Amc posseduta da Tesoro, Monte e altri soggetti privati abilitata dalla Brrd ad emettere bond garantiti dallo Sta-- to e con l’incasso acquistare Npls dal Monte a un prezzo anche lievemente superiore a quello previsto nell’operazione di mercato. Senza svendere i crediti al mercato. Il “buco” nel bilancio del Monte verrebbe coperto fino a 4,3 miliardi dalla conversion­e forzosa dei subordinat­i (reintegrat­i con 2,5 miliardi di capitaled al Tesoro per il Tot al Capi tal Ratio) e altro capitale fresco dallo Stato.

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