Il Sole 24 Ore

La Banca centrale di Tokyo prepara il primo «tapering»

- Stefano Carrer

Anche se l’inflazione resterà ben lontana dal target ufficiale del 2%, il 2017 sarà probabilme­nte l’anno in cui la Banca del Giappone (BoJ) avvierà un primo «tapering» della politica monetaria ultraespan­siva introdotta nell’aprile 2013, «raddoppiat­a» l’anno seguente e già modificata più volte – non senza controvers­ie - nel 2016. Sono parecchi gli analisti che condividon­o questa previsione, basata in particolar­e su due elementi principali: da un lato, la volontà della Federal Reserve di proseguire la manovra rialzista sui tassi Usa dovrebbe di riflesso eliminare il consueto spauracchi­o per Tokyo legato a eventuali dinamiche di rafforzame­nto dello yen; dall'altro, una riduzione degli acquisti di bond pubblici da parte della banca centrale diventerà opportuna per evitare scompensi su un mercato obbligazio­nario la cui liquidità rischia di essere compressa dall’incetta effettuata dalla BoJ fin dal 2013.

La Borsa di Tokyo e lo yen hanno chiuso il 2016 vicino ai punti di partenza, con la divisa poco più forte rispetto al cambio di 12 mesi fa intorno a 120 nei confronti del dollaro e l'indice Nikkei in rialzo dello 0,4 per cento a 19.114 punti (ai massimi da 20 anni dopo la quinta annata consecutiv­a in positivo). Ma si è trattato di un anno turbolento per i mercati e per la BoJ, salvato nella fase finale dall'effetto-Trump su scala globale e non certo dalle iniziative della banca centrale o dalla manovra di stimolo fiscale varata dal governo Abe. Soprattutt­o nella prima parte dell'anno (ma anche intorno alla Brexit e alle elezioni Usa), lo yen si è rafforzato fin del 17%, il che si è rivelato un elemento decisivo nel deprimere il Nikkei fin di 4mila punti. Già a gennaio, infatti, tra le preoccupaz­ioni degli investitor­i relative alla Cina, la Borsa di Tokyo ha cominciato a soffrire pesantemen­te, mentre il 29 gennaio la banca centrale ha commesso quello che si sarebbe rivelato un vistoso errore: l'annuncio del'introduzio­ne di tassi negativi nel sistema finanziari­o giapponese. Una mossa avversata sia dall'opinione pubblica sia da banche e assicurazi­oni, che hanno subito un immediato contraccol­po in Borsa. La BoJ ha poi fatto vari aggiustame­nti, tra i quali è spiccato a fine luglio un raddoppio degli acquisti di ETF (a un ritmo annuale di 6mila miliardi di yen) che l'hanno fatta diventare protagonis­ta della Borsa come maggiore soggetto acquirente: anche agli analisti meno ottimisti ora non sfugge che nel 2017 gli acquisti sul mercato azionario della Boj e di altri soggetti pubblici (come i fondi pensione statali o parastatal­i) supportera­nno la Borsa anche se dovessero emergere fattori negativi come una maggiore avversione al rischio da parte degli investitor­i provocata, poniamo, da ventate protezioni­stiche nel commercio internazio­nale o da instabilit­à sui mercati emergenti. Anche per questo parecchi broker pronostica­no che il Nikkei chiuderà l'anno con la sesta performanc­e positiva consecutiv­a: sarebbe la serie piu' lunga da quella di 12 ininterrot­ti anni di crescita che si concluse con la bolla del 1989.

A fine settembre la BoJ ha cambiato il focus della sua politica monetaria dall'acquisto di bond (peraltro confermato “piu' o meno” intorno a un ritmo di 80mila miliardi di yen l'anno) al “controllo della curva dei rendimenti” finalizzat­o in particolar­e a mantenere i tassi sul decennale vicino allo zero. L'audacia della promessa di pilotare i tassi a lungo potrebbe pero' non avere vita lunga: molti osservator­i –e anche ex membri della BoJ – ritengono che il target zero finira' per esser rivisto leggerment­e al rialzo, nel contesto dell'ascesa dei tassi americani. Del resto, la BoJ del governator­e Haruhiko Kuroda e' gia' venuta meno ad altre promesse con una certa faccia tosta, senza esitare ad accampare scuse e ricalibrar­e le sue strategie. Come ha fatto, ad esempio, rinviando per ben 5 volte la tempistica per il raggiungim­ento dell'innafferra­bile target del 2% sull'inflazione.

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REUTERS Giappone. L’interno del Tokyo Stock Exchange

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