Il prossimo obiettivo è salire a quota due milioni
Il mercato italiano dell’auto chiude sia il mese di dicembre sia l’intero 2016 con crescite a due cifre e con ogni probabilità continuerà a crescere anche nel 2017 e nel 2018. È l’opinione prevalente che circola in queste ore tra analisti, fra i quali il Centro studi Promotor e operatori del settore (costruttori e concessionari). Probabile che nel 2017 la crescita delle immatricolazioni in Italia avvenga a tassi più contenuti di quelli degli ultimi due anni. L’obiettivo resta quello di salire a quota due milioni di immatricolazioni. Un obiettivo realistico, considerando la necessità di ammodernare il parco circolante italiano, tra i più vecchi d’Europa. Il progresso tecnico dei motori è un fattore chiave nella riduzione dello smog prodotto dalla circolazione urbana, oggi ancora caratterizzata da un elevato numero di veicoli ante Euro 4, tra cui il 44% delle autovetture circolanti - ovvero circa 16,7 milioni di unità - e il 69% degli autobus. Al momento il mercato italiano dell’auto si è portato su un livello che è ancora inferiore del 26,8% rispetto al picco ante-crisi fatto registrare nel 2007 a quota 2.493.106 (ma allora, però, erano presenti gli incentivi alla rottamazione, che avevano dato una forte spinta alla domanda) e del 16,1% rispetto alla media annua di 2.174.577 immatricolazioni che caratterizzò la precedente fase ciclica che va dal 1993 al 2007. Ed è la media annua del periodo 1993-2007 che dobbiamo tenere presente, non il picco del 2007, favorito dagli incentivi alla rottamazione. Il serbatoio di domanda di sostituzione insoddisfatta dovuta al crollo delle immatricolazioni nella fase più grave della crisi è ancora molto rilevante e la ripresa dell'economia continua, anche se con un tasso di sviluppo modesto. Anche i concessionari interpellati dal Centro studi Promotor manifestano fiducia nella prosecuzione della tendenza positiva per le vendite di auto. In questo scenario spicca il risultato di Fca, la cui quota di mercato in Italia è salita ulteriormente dal 28,31% al 28,94%. L’alleanza con l’americana Chrysler ha reso più forte il nuovo gruppo sia in Italia, dove conserva le radici produttive, sia in Europa, dove pure la società ha guadagnato quote di mercato. Gli stabilimenti italiani di Cassino e Melfi sono fabbriche-modello per tutto il gruppo. Il risultato per Fca è stata la trasformazione del nostro Paese in una piattaforma produttiva in grado di fabbricare auto per il mercato interno e per il mercato nordamericano.