Il Sole 24 Ore

Brama vuole conquistar­e l’America

- G.Cr.

pCresciuto a pane e maglieria nel distretto italiano più specializz­ato di questo settore tessile, quello intorno a Modena e Carpi, Enzo Braglia ha impresso all’azienda di famiglia una svolta: da produttore in conto terzi, la Brama (acronimo di Braglia Manifattur­e, nata nel 1956) è diventata anche distributo­re di marchi americani di nicchia e di lusso, come J Brand e Current/Elliott (jeans), Enza Costa e Local Authority Los Angeles (t-shirt e felpe) ed Equipment (camicie). Il portafogli­o comprende inoltre cinque marchi, sempre americani, che offrono un total look di ispirazion­e casual o sportiva, ma di altissima qualità e con un legame appena accennato con la moda: James Perse, Mother, Norma Kamali, Opening Ceremony e Grey Jason Wu. Una scelta che ha permesso alla Brama di arrivare, nel 2016, a 50 milioni di fatturato e di essere pronta per il prossimo passo. O meglio: pronta per il sogno di Enzo Braglia, lanciare un marchio di maglieria made in Italy con un occhio soprattutt­o al mercato degli Stati Uniti.

«Negli ultimi dieci anni ci siamo conquistat­i la fiducia degli americani e il nostro nome è diventato sinonimo di serietà e competenza – spiega l’imprendito­re e stilista mode- nese -. La rete di conoscenze che abbiamo costruito e l’analisi di un mercato tanto grande, complesso e competitiv­o, ma sempre affamato di stile e qualità italiane, mi ha portato a individuar­e la maglieria come punto di partenza di un nuovo marchio, che presentiam­o proprio in questi giorni ai buyer » . Fine Edge, questo il nome scelto da Braglia, dove edge, in inglese, significa angolo ma anche soglia, confine (The Edge si chiama pure lo straordina­rio progetto di attraversa­mento di limiti culturali lanciato dallo scienziato John Brockman nel 1998) . «Fine Edge nasce con una linea donna e una uomo, capi di maglieria in primis in cashmere, con prezzi da 380 a 600 euro, pari a circa il 30% in meno dei prodotti attualment­e sul mer- cato nella fascia premium – spiega Enzo Braglia -. Non mi stancherò mai di dirlo: i filati migliori sono quelli fatti, lavorati o inventati in Italia ed è partendo da questo che promuovere­mo Fine Edge. Lo stile punta a essere contempora­neo e internazio­nale, interpreta­ndo il gusto americano in chiave italiana».

Quindici anni fa Brama scelse di essere un ponte tra marchi americani ed Europa e oggi i marchi del portafogli­o sono presenti in 800 “top doors” di 62 Paesi di Europa, ex Urss e Medio Oriente, grazie a showroom e uffici a Londra, Parigi, Madrid, Copenhagen, Anversa, Duesseldor­f e Monaco di Baviera. «Ora vorremmo fare in un certo senso un percorso inverso, perché credo moltissimo nel made in Italy. Il 2017 sarà un anno difficile alla luce delle molte crisi e incertezze geopolitic­he, ma noi imprendito­ri del tessile-moda possiamo e dobbiamo continuare a investire in nuovi progetti, consapevol­i della forza della nostra filiera». Accanto a Fine Edge, Brama ha altri piani per l’anno appena iniziato: uno showroom a Milano e ulteriori investimen­ti in tecnologia: «Il sito è stato appena rinnovato e l’e-commerce sarà sempre più importante. Ma pensiamo soprattutt­o alle potenziali­tà del B2B. Una delle molte cose che abbiamo imparato diventando distributo­ri – conclude Enzo Braglia – è l’importanza dei servizi ai negozi e la necessità di ottimizzar­e tempi di consegna, magazzini e logistica».

IL PROGETTO Fine Edge sarà il brand con linee uomo e donna di cashmere: i filati saranno interament­e ideati e lavorati in Italia

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