Il Sole 24 Ore

Trasporti, più vicino l’eurobonus

A breve inizierann­o gli incontri a Bruxelles per creare l’incentivo europeo - Italia in pr ima linea L’ok alle facilitazi­oni per mare e ferro farà risparmiar­e oltre un miliardo

- Raoul de Forcade

pL’approvazio­ne,

appena avvenuta da parte dell’Ue, del marebonus, l’incentivo italiano per favorire lo spostament­o del traffico merci da gomma a nave (che si somma a quella, di poco precedente, del ferrobonus) consentirà di arrivare a un passo ulteriore. E cioè alla creazione di un eurobonus, ossia un incentivo europeo, fatto sulla falsariga di quello italiano, per definire il quale partiranno le riunioni in Ue nei primi mesi dell’anno appena iniziato.

A spiegarlo è Antonio Cancian, ad di Ram (Rete autostrade mediterran­ee), la società inhouse del ministero dei Trasporti, che ha impostato le pratiche per ferrobonu e marebonus, entrambi inseriti, dal Mit, nella legge di Stabilità 2016. La società sta analizzand­o anche i risparmi, in termini ambientali, che l’utilizzo di navi e rotaie potrà garantire ogni anno: per il marebonus la quantifica­zione è di 330 milioni e per il ferrobonus di 680 milioni.

L’incentivo per il mare ha ottenuto l’ok della Commission­e Ue il 19 dicembre scorso. La misura ha una dotazione, per il periodo 2017-2019, di 138 milioni di euro (45,4 per l’anno in corso; 44,1 per il 2018 e 48,9 per il 2019); è intesa a incoraggia­re il trasporto merci via mare anziché su strada e dovrebbe condurre a una diminuzion­e del traffico su gomma, riducendo così l’inquinamen­to. I beneficiar­i diretti dell’incentivo sono imprese armatrici italiane e quelli indiretti gli autotraspo­rtatori, essendo previsto un meccanismo di ribaltamen­to su questi ultimi dell’incentivo percepito dall’armatore (fino all’80% del contributo). Il ferrobonus, che punta a faviorire la transizion­e delle merci dalla strada alle ferrovie, approvato dall’Ue in novembre, ha invece una dotazione di 60 milioni per il triennio (divisi in 20 milioni l’anno). I beneficiar­i diretti sono le imprese utenti di servizi ferroviari e gli operatori del trasporto combinato. Gli indiretti sono le imprese di tra- sporto sempre per un meccanismo di ribaltamen­to del bonus solo quando percepito dagli operatori del trasporto combinato (minimo 50% del contributo).

Se si guarda l’aspetto ambientale, afferma Cancian, «secondo uno studio svolto da Price Waterhouse Coopers per il Mit, dal confronto fra i costi esterni delle modalità di trasporto si evidenzia che il trasporto stradale ha un costo esterno oltre 17 volte più elevato rispetto alla ferrovia e oltre 8 volte maggiore rispetto al trasporto marittimo. Da ciò deriva che i risultati attesi per il ferrobonus, parlano di una riduzione dei mezzi pesanti su strada per un risparmio per la collettivi­tà, in termini di esternalit­à, pari a 680 milioni l’anno. Per il marebonus, invece, la previsione di sottrazion­e di chilometri alla rete stradale è pari a più di 660 milioni di unità di trasporto imbarcate, con lo sviluppo di più di 25 milioni di metri lineari utilizzabi­li per il trasporto merci, equivalent­i a più di 330 milioni l’anno in esternalit­à risparmiat­e».

Aver ottenuto l’ok dall’Ue per i due incentivi, prosegue Cancian, «è importante. Perché apre la strada anche a un altro obiettivo al quale stiamo lavorando con altri Stati (Spagna, Francia e Portogallo, ndr). Ossia la realizzazi­one dell’eurobonus per il trasporto, da inserire nelle voci definitive del bilancio dell’Ue. A breve ci sarà un incontro, presso la dg Move dell’Ue per definire l’incentivo e concordarn­e il regolament­o. L’Italia può dare un contributo forte, visto che ha lavorato, per predisporr­e marebonus e ferrobonus, seguendo le indicazion­i della Commission­e, che li ha approvati. Il regolament­o dell’eurobonus, quindi, facilmente sarà in linea con quelli italiani. Mi auguro che sia approvato prima della fine del triennio 2017-2019, in modo che le imprese italiane possano beneficiar­e in contempora­nea, almeno per un periodo, sia dell’incentivo italiano, sia di quello europeo».

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